Arcigay corregge Signorini: “L’omosessualità non è una scelta, la scelta è di essere omofobi”

06 Gen 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Lunedì sera Alfonso Signorini ha cercato di far ragionare il padre di Giacomo Urtis, che non accetta il fatto che il figlio sia omosessuale. Durante il suo discorso il conduttore ha parlato di “scelta” in merito all’orientamento sessuale del concorrente, scatenando una grossa polemica sui social. Sul caso è intervenuto anche il segretario generale di Arcigay, che sulla pagina ufficiale dell’associazione ha scritto proprio a Signorini.

“Omosessuali si nasce o si diventa? Ieri sera, durante la trasmissione del Grande Fratello Vip, Alfonso Signorini nell’atto encomiabile di sostenere la relazione complicata tra una persona omosessuale e i suoi familiari, ha più volte ripetuto che l’omosessualità è una scelta. Da rispettare, da sostenere, ma pur sempre una scelta, cioè il frutto del libero arbitrio di una persona.

Su questo la scienza ha in più occasioni ribadito il carattere biologico, cioè genetico, dell’omosessualità. Molti scienziati cioè ci dicono che gli omosessuali non scelgono di esserlo, ci nascono. E le scienze sociali dal canto loro hanno sottolineato innumerevoli volte l’importanza dei contesti nella consapevolezza e nell’espressione libera dell’orientamento sessuale di una persona. Cioè accanto al fattore biologico, nell’espressione dell’omosessualità contano fattori sociali e culturali.

Dire che una persona ha scelto di essere omosessuale fa intendere che quella stessa persona avrebbe potuto scegliere, al contrario, di non essere omosessuale. Quella persona avrebbe avuto insomma un’opzione alternativa, magari più affine alle aspettative dei familiari e delle persone attorno, ma con atto di forza l’ha esclusa. Non è così: non esistono alternative o opzioni diverse, non si sceglie se essere omosessuali o eterosessuali.

Ciò non toglie che nella vita di una persona omosessuale, nel suo percorso alla scoperta di se stessa, ci siano numerose scelte, alcune fondamentali. Se e quando fare coming out, cioè quando dire della propria omosessualità agli altri, ad esempio. Ma anche scelte che fanno altri al posto nostro: la scelta di esprimere – in famiglia, a scuola, al lavoro – il disprezzo per le persone gay e lesbiche, la scelta di due genitori di cacciare di casa un figlio o una figlia perché omosessuale, oppure la scelta di un’istituzione di garantire o meno un diritto a una persona, in quanto omosessuale.

Le scelte insomma non sono estranee al percorso di una persona gay o lesbica ma non sono l’origine di quel percorso. E questo vogliamo ribadirlo non per vezzo ideologico, né per fare la lezione al direttore Signorini, evidentemente in buona fede, semmai a tutela di tutte quelle persone che subiscono l’oppressione di chi, rispetto al loro orientamento sessuale, tenta di “far cambiare idea”, di “correggere”, di “riparare”, mettendo in atto pratiche che sfociano nella violenza e che in nessun modo devono apparire legittime, giustificabili ma anche solo dotate di un senso. (Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay)”.

Arcigay ha usato giustamente dei toni pacati per sottolineare l’inesattezza di quanto detto da Alfonso, che anche secondo me era in buona fede. Le gogne mediatiche e gli “over party” sono quasi sempre sbagliati, ma a maggior ragione se davanti a noi non abbiamo un omofobo, ma solo una persona che si è espressa male o non ha chiaro un concetto. Quindi bravo Gabriele Piazzoni!

 

Il post di Arcigay su Signorini.

Share this article

Non vuoi perderti le ultime news?

Seguici anche su Facebook, Instagram e

Twitter!