Victoria dei Maneskin: “La prima volta che ho provato dei sentimenti per una donna è stato disorientante”

09 Giu 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

victoria maneskin

Victoria dei Maneskin a tre mesi di distanza da quello che è stato a tutti gli effetti il suo primo coming out pubblico a Le Iene (dove ha confessato di aver avuto storie d’amore con donne “Ho avuto delle avventure e delle storie durature con delle ragazze ed è andata bene“), è tornata a parlare della propria sessualità fra le pagine di Vanity Fair.

Quando per la prima volta ho provato sentimenti e attrazione per una ragazza è stato un po’ disorientante perché non avevo mai avuto il coraggio di andare oltre le limitazioni che avevo imposto a me stessa. Per la società essere eterosessuali è la norma e quindi spesso uno si incasella automaticamente in quel modo privandosi della libertà di vivere molte sfumature e sfaccettature diverse dell’amore. Una volta superata l’insicurezza iniziale di dover mettere in discussione le proprie certezze ho vissuto la mia sessualità in maniera molto naturale e libera, come dovrebbe poter essere per tutti“.

Victoria dei Maneskin: “Nel giudicare una persona non va considerato l’orientamento sessuale”

A Victoria sono sempre state strette anche le etichette e le distinzioni fra “ciò che è da maschio” e “ciò che è da femmina”.

A sei anni già non le tolleravo le distinzioni tra maschile e femminile. Ho sempre avuto idee forti su come volevo essere. Rifiutavo cose tipicamente definite da bambina, e intorno mi prendevano in giro perché andavo sullo skate, giocavo a calcio, non indossavo gonne, mi stavo dando la chance di essere come desideravo. Un po’ l’ho subito, un po’ ci ho sofferto, ma ho avuto coraggio, e oggi grazie a quel coraggio so che potevo rimanerci molto più ferita, o avrei rischiato di lasciare ad altri la decisione più importante: quella su di me“.

Ed ancora:

Abbiamo una mente aperta, estesa, e ne andiamo orgogliosi. Gli orizzonti si fanno vasti, oltre l’oppressione di famiglie conservatrici. Con l’informazione in rete si arricchisce la conoscenza e con lei le possibilità che le minoranze saranno sempre meno minoranze, perché le maggioranze saranno sempre meno maggioranze. Così si abbasserà il volume agli insulti e ai bullismi. Se i social arrivano in un paesino di 50 anime a svelare a una che ha paura del buio che qualcuno ha provato quella sua stessa paura, non c’è più la necessità di darle un nome, a questa paura, di marchiarla con etichette che a loro volta limitano, costringono. Su di me le definizioni hanno sempre avuto questo effetto. Nel giudizio di una persona il genere non andrebbe neanche considerato. Figuriamoci l’orientamento“.

La bassista dei Maneskin è giovanissima ma ha già le idee molto chiare. Un applauso.

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