Stefano De Martino: rivelazione sul suo passato, su Amici e Il Collegio

19 Set 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti

Stefano De Martino su Il Collegio

Domenica 24 settembre torna Il Collegio con l’ottava edizione (qui la classe completa). Quest’anno la voce narrante del famoso reality di Rai Due sarà quella di Stefano De Martino, che ha parlato di questa esperienza in un’intervista rilasciata a Tv Sorrisi e Canzoni.

“Sarà un racconto trasversale. A volte commento come se parlassi a mio figlio, altre volte come se rivedessi me stesso. Sarò un po’ padre, un po’ fratello maggiore.

Sarà un’edizione ambientata nel 2001. L’ambientazione e tutti i riferimenti alla musica dell’epoca, che sono quelli della mia adolescenza. In Italia c’erano i Lunapop, Elisa vinceva Sanremo con “Luce”, all’estero c’erano le boy band come i Backstreet Boys, sulla scena anglosassone impazzavano le Spice Girls. Io ascoltavo molto pop italiano, anche se in quegli anni particolari c’era l’hip hop americano di Eminem”.

Stefano ha poi ricordato la sua esperienza ad Amici di Maria: “La convivenza con gli altri allievi è stata un po’ il mio “collegio”: un bel collegio e una bella esperienza. Erano tutte materie che ci piacevano e di cui ci nutrivamo volentieri: è stato bello e formativo condividere speranze, passioni, un bel nutrimento per l’anima. Il più grande insegnamento è stato quello quello di responsabilizzarmi. Impari a svolgere un compito, devi portarlo a termine, ti impegni e hai la gratificazione di aver fatto e appreso qualcosa“.

Stefano De Martino e la rivelazione sul suo passato: “Io e la scuola”.

“Voglio fare una rivelazione. Come studente sono stato il primo della classe alle elementari, il decimo alle medie, l’ultimo alle superiori. I primi cinque anni di scuola ero tra i primi della classe, poi con le nuove passioni, soprattutto la danza, c’è stato lo slancio a uscire dalla timidezza e sono diventato più indisciplinato. È iniziata una seconda stagione scolastica turbolenta.

In quarta superiore data la quantità di giorni di assenza (facevo piccoli lavoretti e mi dedicavo alla danza) dissero ai miei genitori che rischiavo la bocciatura. Mi ritirai per evitare di essere bocciato e l’anno dopo mi presentai direttamente all’esame di maturità da privatista. Presi un “60 politico”. Quando 60 era il minimo, non il massimo!”

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