Paolo Brosio, coppie gay come coppie etero? “Se questo è quello che vuole il Papa io rabbrividisco”

Paolo Brosio non perde occasione per stare zitto.

23 Ott 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Paolo Brosio purtroppo non è ancora entrato al Grande Fratello Vip e per questo motivo AdnKronos ha ben pensato di chiamarlo per chiedergli un commento a riguardo sulla recente dichiarazione di Papa Francesco, che si è detto apertamente favorevole alle unioni civili.

Le unioni civili nel nostro paese sono ormai legge da oltre quattro anni e nonostante un tempo la destra fece di tutto per ostacolarle parlando di attacco alla famiglia tradizionale e pensioni in crisi a causa della reversibilità che si sarebbero intascata i gay, ora sembrerebbe averle accettate (anche perché le famiglie tradizionali non sono state attaccate e le pensioni continuano ad esserci).

Tuttavia la comunità LGBT+ per farsi pienamente accettare dalla nostra società deve ancora faticare, perché come ha tenuto a precisare Paolo Brosio, le unioni civili effettivamente non sono legalmente equiparabili al matrimonio tradizionale, dato che all’interno delle unioni civili non si può adottare né il figlio del partner, né un orfano.

Se quindi una coppia gay vuole adottare un orfano (abbandonato da una madre tradizionale, sigh) e dargli tutto l’amore e le attenzioni che si merita la legge glielo impedisce e così il bambino vivrà fino al compimento del suo diciottesimo anno insieme alle suore sperando, nel mentre, che qualche coppia etero lo adotti. Ovviamente questo gli omofobi non lo sottolineano perché passerebbero malissimo: chi direbbe a voce alta che è meglio tenere un orfano in un orfanotrofio piuttosto che in una famiglia omosessuale?

Gli omofobi, infatti, si attaccano solo ed esclusivamente alla chiacchierata e discussa GPA, la famosa gestazione per altri, nota anche come pratica dell’utero in affitto.

Secondo gli omofobi, infatti, appena il nostro governo deciderà di legalizzare la GPA tutte le coppie gay faranno figli tramite madri surrogate, quando in realtà molti vorrebbero semplicemente ADOTTARE qualcuno che già esiste ed è stato abbandonato. E non vi devo neanche annoiare dicendo che in realtà sono più le coppie etero che non riescono ad avere dei figli naturalmente a praticare questa tecnica, perché siete intelligenti e sono sicuro che già lo sapevate.

A chi – come Brosio – si scaglia contro la GPA andrebbe chiesto ‘sei favorevole all’adozione?‘ perché sfido chiunque a rispondere ‘no, meglio lasciare il bambino in Africa piuttosto che farlo crescere con due uomini in Italia‘.

Paolo Brosio, l’occasione persa per stare zitto

“Le Unioni Civili sono già disciplinate dal Codice Civile ma il Papa si deve pronunciare su una cosa molto importante: dal punto di vista legale le Unioni Civili devono essere equiparabili al matrimonio cristiano, alla famiglia naturale? Perché se fosse così allora sarebbe completamente diverso da quello che c’è scritto sul Vangelo, sull’Antico Testamento perché tutto è basato sulla procreazione.

Si crea un’equiparazione legale tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali e i giudici potrebbero, in un riscorso ad esempio, concedere legalità alla così detta pratica della maternità surrogata e dell’utero in affitto. Questo avrebbe conseguenze deleterie dal punto di vista etico! La donna diventa una sorta di market delle nascite, una donna schiava a cui viene strappato il bambino appena partorisce, bambino che non vedrà mai più. Se questo è quello che vuole il Papa io rabbrividisco, ma conoscendolo non penso che sia così. E’ giusto riconoscere i diritti degli omosessuali, le unioni civili già esistono, ma non possono essere equiparate a un matrimonio tra uomo e donna. Il Papa lo deve dire sennò lo dico io! Se non viene detto il rischio è che le unioni civili diventino un trampolino per le alchimie della maternità surrogata”.

 

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