Noemi Bocchi su Instagram, il lungo sfogo. Francesco Totti commenta

23 Feb 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

noemi bocchi

C’è un tempo per ogni cosa, uno per parlare e uno per tacere. Per tutta la vita ho scelto di tacere per proteggermi“. Inizia così lo sfogo che Noemi Bocchi ha affidato a Instagram. “Il più delle volte perché non venivo ascoltata dalle persone a me vicine e restare in silenzio era più facile. Tante volte perché mi sono sentita raccontare in ruoli che non mi appartenevano, ma anche i ruoli “scomodi” fanno parte della vita di ognuno di noi e si accettano per svariati motivi“.

E ancora: “Per molto tempo mi son sentita a metà: metà qui e metà altrove. Un altrove che non conoscevo e mi faceva paura. Poi è arrivata una parvenza di benessere in cui ho iniziato a sentirmi bene, finalmente. Come per magia ogni pezzetto sparso qui e là della mia vita stava tornando al proprio posto. Lo sentivo nelle ossa, nelle lacrime e nei miei sorrisi, finalmente lo sentivo“.

Noemi Bocchi ha poi aggiunto: “Mi sto riferendo a ciò che è successo nell’ultimo periodo? Forse alcune parole fanno pensare di si e, forse, in parte è anche vero!” – ed è qua che casca l’asino. L’incipit non era esclusivamente per parlare di lei. Anzi.

Noemi Bocchi, la sua patologia: “Soffro di diastasi addominale”

“In realtà mi sto riferendo ad una cosa che riguarda soltanto me e che, poi, ho scoperto riguardare molte donne. Grazie ai loro racconti pieni di coraggio ho trovato la forza di raccontarvi cosa inizia ad invalidare le mie giornate. Dopo i parti ho iniziato a star male e da tutti venivo liquidata con un: ‘Hai partorito, è normale’. Dopo 8 anni dalla seconda gravidanza ho scoperto che quello che avevo ha un nome e racchiude tutti i sintomi che ho: soffro di Diastasi Addominale. Ho scoperto di averla grazie ai gruppi Facebook in cui ci sono donne che con la loro testimonianza danno coraggio ad altre donne”.

E ancora:

“Questa cosa mi ha colpito molto: donne che si sostengono per superare un malessere non capito né dalle famiglie, né dalla società. Un intervento che passa come estetico, ma di estetico ha ben poco. Grazie a loro ho deciso il percorso da intraprendere e con chi! I loro racconti mi hanno fatto prendere coscienza e ho deciso di fare la mia parte condividendo il mio percorso e raccontandovi anche i sentimenti che l’articolo sulla gravidanza ha suscitato in me sentimenti che si generano in tutte le donne che hanno patologia e si sentono rivolgere domande inopportune. Se le donne da sole sono pura forza, insieme sono uragani!”.

Questo post è stato commentato anche da Totti.

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