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Loredana Bertè e Arisa incantano tutti con Minuetto a The Voice Senior

Anthony Festa 14/03/2025

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Ogni volta che Loredana Bertè canta un pezzo di Mia Martini accade qualcosa di speciale, forse per l’intensità e la profondità con cui pronuncia ogni parola, ma ieri sera a The Voice Senior la magia è stata doppia perché la regina del rock italiano ha duettato con Arisa. Le due giurata di The Voice Senior si sono esibite sulle note dell’intramontabile Minuetto, storico successo di Mimì e hanno emozionato tutti.

Subito dopo la performance, Arisa si è rivolta a Loredana Bertè e visibilmente commossa le ha detto: “Posso dirti una cosa? Adesso non voglio fare quella che… però cantare con te è veramente incredibile e volevo dirtelo“.

Loredana Bertè parla di sua sorella Mimì.

“Avevamo un rapporto stupendo. Le malelingue e l’ignoranza di alcune persone l’hanno fatta morire dentro. Perché, quando una è brava, l’unico modo per farla fuori è dire che porta sfortuna. Mimì si è rifiutata di cantare per quindici anni.

Con lei è morta una parte di me. Quando sono sul palco la sento dentro di me. Il pubblico mi dà l’energia necessaria per affrontare i miei concerti, e penso che Mimì oggi sia orgogliosa di me. Ogni anno, quando è il nostro compleanno, io ho una foto in cui sono ritratta con lei e le dico Buon compleanno. Mi manca da morire, lei è stata una vera musa.

La sua scomparsa mi ha spezzato il cuore. Con la vita ho litigato quando è morta Mimì, perché era unica per me, nulla può sostituire mia sorella, i mariti si cambiano le sorelle no. Chi vorrei riportare in vita? Mia sorella, per dirle che la amo. Ho tanti rimorsi, come quello di non aver detto abbastanza ti voglio bene. Ma il mio rimorso più grande è non averla stretta mai, non averla mai abbracciata e averle detto ti voglio bene anche diecimila volte. Non è vero che il tempo cancella tutto perché non cancella niente.

La mia infanzia e quella di Mimì? Io e Mimì eravamo molto più in simbiosi che con gli altri, gli altri ci sembravano degli estranei. A 13 anni siamo andate via di casa. Abbiamo patito moltissimo, anche la fame. Non mangiavamo. C’era un bar che ci dava i tramezzini gratis, io questa cosa non la posso dimenticare. Non avevamo niente. Mio padre era professore di lettere e greco, mia madre insegnante elementare. Gli stipendi arrivavano il 27 del mese e io e Mimì, che compivamo gli anni il 20, non abbiamo mai festeggiato un compleanno. Le feste erano bandite”.

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