Lino Banfi replica alla querela del Moige che ha causato il ritiro del suo spot

07 Set 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

lino banfi porca puttena

Lino Banfi, a distanza di una settimana dalla denuncia da parte del MOIGE e dal ritiro del suo spot pubblicitario per TimVision, ha rotto il silenzio difendendo a spada tratta la sua esclamazione “porca puttena”. Esclamazione che non appartiene a Banfi ma alla cultura pugliese, come dichiarato dall’attore fra le pagine del settimanale Chi.

“Non capisco queste polemiche sull’espressione “porca puttena” nel mio spot pubblicitario. Quell’espressione è un gioco, fa ridere, per noi pugliesi è come “ostrega” per un veneto, non c’è volgarità”.

L’attore, che nello spot di TmVision rivestiva i panni di Oronzo Canà (il mitico personaggio della pellicola cult L’allenatore nel pallone), ha poi aggiunto:

“Prima del lockdown nella mia orecchietteria a Roma avevo una scorta di 400 confezioni di sugo Porcaputtena, che rischiavano di scadere se non avessimo riaperto in tempo. Allora ho pensato di metterli a disposizione di chi non aveva da mangiare: ho fatto arrivare da Barletta un gran quantitativo di orecchiette e – tramite un amico prete della Caritas – ho contattato l’elemosiniere del Papa e a lui ho spiegato il progetto di offrire 2.000 piatti di pasta con il mio sugo a chi aveva bisogno”.

Lino Banfi: “Ho parlato col Vaticano, quando ho detto “porca puttena” si sono fatti una risata”

Ed è qua che scatta la curiosità, perché Lino Banfi avrebbe infatti parlato con un cardinale vicino al Papa annunciandogli l’arrivo di confezioni di pasta e sugo marchiati Porca Puttena.

“Prima però l’ho avvisato: “Eminenza, guardi che questo ha un nome un po’ piccante…”. Se lo è fatto dire, si è fatto una bella risata… E alla fine con il mio “Porcaputtena” abbiamo sfamato tante persone”.

Lino Banfi ha ovviamente super ragione: quello spot non offendeva nessuno e l’espressione è ormai un classico dell’attore dai tempi di Un Medico in Famiglia.

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