Franco Trentalance punge la nuova edizione de La Talpa e svela cosa pensa di Diletta Leotta

08 Nov 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

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Franco Trentalance è stato uno dei protagonisti dell’ultima edizione de La Talpa (nonché la talpa stessa) e proprio a FanPage ha confidato alcuni pensieri sulla nuova edizione condotta da Diletta Leotta. Proprio in merito alla conduttrice ha dichiarato: “Promossa. Non la paragono a Paola Perego perché non credo accostarle sia ancora possibile, ma in termini assoluti mi è piaciuta. È seria, preparata, professione e molto bella. Un po’ rigida forse, in mancanza della diretta risulta un po’ ingessata. Però mi è piaciuta“.

Franco Trentalance, le cose della nuova edizione de La Talpa che non gli sono piaciute

“La Talpa presenta, almeno in partenza, qualche criticità. Non c’è la diretta, cosa che può essere un problema perché nessun aspetto del programma potrà essere corretto in corso d’opera. Non c’è nemmeno lo studio. In più sono a Viterbo. La Talpa è un adventure-game: girarlo nel Lazio invece che su un fiume in Sudafrica dà un’impressione diversa dell’insieme. Poi magari è solo fumo negli occhi ma la location produce una differenza per i concorrenti anche a livello psicologico. Noi eravamo tagliati fuori dal mondo sotto ogni punto di vista. Restare in Italia rischia di far perdere un po’ di fascino al programma”.

A non convincere Franco Trentalance sono anche gli outift dei concorrenti che sono passati dalle tutine agli abiti da sera. “Sono in una villa tutti vestiti bene. Noi eravamo sporchi di fango dalla mattina alla sera. La doccia di 40 minuti cronometrati che ho fatto al ritorno in Italia la ricordo ancora come uno dei momenti più belli“. […] “Quella andata in onda mi è sembrata più una puntata di Temptation Island”. Così come le prove, almeno quelle viste fino ad ora, poco “pericolose”.

“Durante la mia edizione gli autori non ci dicevano nulla. Si limitavano a farci sapere che il giorno successivo avremmo affrontato una prova e a indicarci come ci saremmo dovuti vestire. Arrivavi nel luogo previsto senza sapere se avresti affrontato squali, tarantole, cunicoli sotto terra o cascate da risalire. C’era davvero una tensione enorme tra di noi tanto che le ragazze, come nel caso di Karina Cascella, ebbero una serie di crisi di nervi. Alcune addirittura si ritirarono. […] “Le prove erano tutte toste. C’è da considerare, inoltre, un aspetto che non viene mai menzionato. Il programma era costoso anche perché, tra cavi d’acciaio e strutture in legno, si assicuravano che le prove fossero realizzate in assoluta sicurezza”.

 

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