Carolina Marconi fa delle rivelazioni sui Testimoni di Geova: “Mia sorella, mia mamma e io”

25 Ott 2022 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Carolina Marconi Testimoni di Geova

Ieri sera Nikita ha parlato del suo passato nei Testimoni di Geova e di come abbia deciso a 16 anni di lasciare il movimento religioso, portando i suoi genitori a cacciarla di casa. Subito dopo la puntata del GF Vip Carolina Marconi si è avvicinata alla coinquilina e le ha fatto delle confidenze. La donna ha parlato di una sua sorella ‘disassociata’ e di sua madre ‘che è dentro’; le due donne pare non si parlino.

Carolina Marconi: “Mia mamma non può parlare con mia sorella”.

“Mia sorella lo è stata per 18 anni ed è dissociata poi. Mia sorella l’altra è da 5 anni, mia mamma è da quasi 3. Se sono fuori o dentro? No, non sono disassociate, sono dentro. Io invece sono in mezzo. Loro non possono parlare con l’altra mia sorella. Quindi io sto vivendo una situazione… […] Sto vivendo una storia molto simile e che mi fa soffrire. Mia mamma è diventata da poco Testimone di Geova e l’altra mia sorella è dissociata. Per questo motivo io ho empatizzato molto”.

Speriamo che Alfonso Signorini decida di trattare anche la storia di Carolina Marconi, perché è giusto far luce su certe situazioni così difficili e di cui si parla troppo poco.

La disassociazione: cosa significa?

“Le critiche più aspre provengono da ex aderenti alla congregazione. – si legge su Wikipedia – La congregazione dei testimoni di Geova ha risposto a talune di queste critiche, mentre altre non sono state prese in considerazione poiché ritenute dicerie di disassociati.

La pratica della disassociazione, ovverosia dell’espulsione dalla congregazione per grave violazione di uno dei precetti dottrinali. La pena per chi non si attiene alle norme dottrinali è, in ultima analisi (se uno non si pente) l’espulsione dalla congregazione, alla quale consegue l’impossibilità di avere alcun tipo di contatto sociale con gli altri aderenti, siano pure familiari (si ammettono eccezioni solo per quanto riguarda i familiari stretti conviventi, rimanendo tuttavia proibito avere rapporti di natura spirituale e religiosa con il disassociato), venendo di fatto isolato dalla comunità (non bisogna avere alcun tipo di rapporto – neanche un saluto – con chi si è allontanato dalla Società).

Come ogni precetto, anche la disassociazione si ritiene derivi dal “volere di Dio”. I critici, invece, sostengono che si tratti del tentativo di isolare dai testimoni di Geova il disassociato al fine di impedire che altri possano valutare attentamente le motivazioni per cui il “disassociato” o la “disassociata” sono diventati tali ed evitare così possibili influenze. La stessa Torre di Guardia nel 1988 scriveva: «eliminate il vecchio lievito, affinché siate una nuova massa, secondo che siete liberi da fermento». Evitando anche coloro che si sono volontariamente disassociati, i cristiani sono protetti da possibili idee critiche, indifferenti o persino apostate. I testimoni, dal canto loro, affermano che l’espulsione è un mezzo per salvaguardare la purezza dottrinale e morale dell’organizzazione. Il provvedimento della disassociazione non comprometterebbe, secondo i testimoni, in alcun modo i diritti fondamentali della persona come la sua dignità e la sua privacy, inoltre la persona disassociata può presentare appello”.

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