Vladimir Luxuria spiega perché non completa la transizione: il vero motivo per cui non si opera

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Vladimir Luxuria non ha mai nascosto di non aver completato la transizione, anche se ha sempre specificato che potrebbe farlo in futuro. In una nuova intervista concessa a Libero, l’attivista LGBTQ (che ha rischiato di morire) ha spiegato come mai fino ad oggi non si è operata.



“Come mai non ho voluto fare il passo decisivo? Sì è vero che ho detto “adeguo la mia esteriorità alla mia intimità”. Il fatto è che l’anestesia mi terrorizza. Anche se poi è vero: mi sono rifatta naso, labbra e davanzale in una botta sola. E, a dire il vero, attiravo l’attenzione degli uomini più come trans. La transizione richiede vari fasi: avendo piena proprietà del corpo si può fermare in qualsiasi momento. Ma anche andare avanti; non è detto che non cambi del tutto e mi operi. La pensava così anche Eva Robin’s”.



Vladimir Luxuria parla dei Pride.

La nostra icona ha anche risposto al giornalista di Libero, che si è chiesto se gli eccessi dei Pride possano nuocere alla battaglia sui diritti civili (ancora con questa storia?).

“Al Pride non si deve mica andare vestiti come a una riunione della Cgil. L’idea era quella del “voi fate finta di non accorgevi di noi? E allora noi ci facciamo notare il più possibile”. Non sono mai stata ad un Gay Pride funereo se non in Russia; lì niente paillettes, sembravamo tutti becchini. Ma ci menarono lo stesso. E una volta, se solo qualcuno parlava di figlio matrimonio gli sputavano in un occhio; fino agli anni 70 gli happening finivano con un “incontro collettivo”. Oggi sembrano riunioni di condominio, con bambini, famiglie Arcobaleno. Senza contare che il Pride conviene a tutti. A Roma nel 2000 i soldi arrivarono da lì, più che dal Giubileo: i pellegrini se la cavavano con un panino. Gli omo sono pink money, flussi di denaro che girano”.