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Umberto Orsini ricorda Ellen Kessler dopo 20 anni d’amore: “L’ho sentita in estate”

Fabiano Minacci 19/11/2025

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Umberto Orsini è stato il grande amore di Ellen Kessler. I due, che si sono conosciuti a Roma nel 1964, sono stati insieme vent’anni, poi sono diventati amici. “Siamo stati felici insieme. Quindici, venti anni: una storia che poi è diventata una bella amicizia, fatta di stima, rispetto, affetto“.

In quel periodo Umberto Orsini stava registrando lo sceneggiato I Grandi Camaleonti ed era all’apice della sua carriera. Oggi ha 91 anni, ma nonostante l’età continua a lavorare. La sua pagina su Wikipedia è aggiornata al 2024 per il film di Gabriele Fabbro dal titolo Le Radici Dimenticate.

Intervistato da Repubblica, Umberto Orsini ha ricordato l’ultimo contatto avuto con Ellen Kessler che risale allo scorso 20 agosto, quando lei ha compiuto 89 anni. “Dicevano solo di qualche problema al cuore, ma cose dell’età. Nessun allarme di questo tipo“. La showgirl, nonostante già all’epoca aveva fissato la data del suo suicidio assistito, non glielo aveva preannunciato. “Alla fine se ne sono andate come volevano loro due e questo è l’unico sollievo di questa dolorosa notizia. Vanno rispettate. L’avevano anche detto pubblicamente che avrebbero voluto essere seppellite assieme. Quel che è certo è che sopravvivere una all’altra sarebbe stato terribile per loro, lacerante, inaccettabile. Erano inseparabili”.

Nonostante il bel rapporto, Ellen Kessler a Umberto Orsini non ha lasciato nessuna lettera come invece ha fatto a tutte le sue amiche più intime a cui ha scritto: “Amiche care, non siate tristi, ci rivedremo sulle nuvole!“. A ricevere queste lettere sono state la conduttrice tedesca Carolin Reiber, Bibi Johns e la magnate Uschi Ackermann. “Siamo grate che esista l’aiuto a morire. Ci ha sicuramente risparmiato tante sofferenzeSiamo nate insieme, moriremo insieme. Non siate tristi“.

Le gemelle si sono spente insieme, mano nella mano, proprio come avevano sempre desiderato. La portavoce dell’associazione che le ha seguite nel percorso di suicidio assistito, Wega Wetzel, ha raccontato a La Repubblica che “al momento della morte erano presenti sia il legale sia il medico. È il medico a predisporre l’infusione, ma deve essere esclusivamente il paziente ad azionare la valvola per farsi iniettare la sostanza. In quel momento è stato chiesto alle gemelle per l’ultima volta se avessero piena consapevolezza di ciò che stavano per fare e se intendessero davvero procedere. È stata effettuata anche una prova tecnica con soluzione salina. Solo dopo quest’ulteriore verifica, e dopo essersi accertati della loro ‘scelta libera e responsabile’, le Kessler hanno potuto iniettarsi la dose letale. In questi casi il decesso sopraggiunge subito, per arresto cardiaco. A quel punto, una volta constatata la morte, viene avvisata la polizia”.

FOTO | Il Fatto Quotidiano

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