LGBT
Senza Cri sulla sua identità: “Sono una persona non binaria e i miei pronomi sono il neutro e il maschile”
Fabiano Minacci 17/12/2025

Quando Senza Cri ha fatto il suo ingresso ad Amici era noto che fosse una persona non binaria perché così era scritto sui suoi social, ma dentro la scuola qualsiasi persona si rivolgeva a lui usando i pronomi femminili: lo facevano i professori, come i suoi compagni di classe, fino a Maria De Filippi… e non ha mai avuto problemi a riguardo. Solo una volta terminato quel programma ha chiesto esplicitamente ai media di essere appellato al maschile e così, come abbiamo visto a Sanremo Giovani, Gianluca Gazzoli e Carlo Conti si sono adeguati di conseguenza.
Ieri sera Senza Cri è stato ospite a Le Iene dove ha potuto recitare un monologo che parlava proprio della sua identità di genere non binaria. A memoria, quindi, lui è l’unico artista che abbiamo nel nostro Paese a essere dichiaratamente non-binary e che abbia chiesto esplicitamente l’uso dei pronomi neutri e maschili. Un portavoce della comunità non binaria, quindi.
Le Iene, il monologo di Senza Cri sulla sua identità: “Sono una persona non binaria e i miei pronomi sono il neutro e il maschile”
Questo è stato il monologo di Senza Cri che potete vedere anche sotto.
“Sapete cos’hanno in comune la mia identità e la musica? Anche chi non ne sa niente ne parla. Sono una persona non binaria e i miei pronomi sono il neutro e il maschile. L’identità di genere di una persona non binaria si colloca al di fuori della dicotomia maschile-femminile. L’innocenza mi portava a vivere e basta, ma più crescevo e più c’era qualcosa da spiegare. Come se la mia esistenza non potesse essere motivabile in quanto viva, ma in quanto lecita. E quando il corpo cambiava, l’anima si faceva più piccola e chiedeva pietà. Ho stretto il petto fino a farmi male. E mi dicevano: ‘ma così respiri?’ Ed io non conoscevo altro modo. Solo chi conosce il peso dello sguardo degli altri si premura di non far mai piangere un paio di occhi”.
“Credevo di essere un problema e mi chiedevo: ‘ma perché non posso essere una pecora bianca?’ Poi ho capito che essere l’anomalia, la pecora nera, era una responsabilità fatta di sofferenze, ma anche un percorso verso il futuro. Il mio. E se la domanda è ‘ah è non binario? E su che binario viaggia?’. Io viaggio sul mio, verso una stazione in cui aspetto agli arrivi una società che ha voglia di fare una rivoluzione gentile, umana davvero. Io sono Senza Cri, e ho paura. Ma anche coraggio. Il coraggio di non lasciare indietro nessuno. Di ammettere che esisto, che sono. E quando finiranno le parole, quando finirò anch’io, continuerà a parlare tutto quello per cui vivo. La musica”.
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