Scherzi a Parte, le nuove vittime vip e una rissa: “Ha perso la testa”

13 Set 2022 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti

Scherzi a parte nuova edizione

La nuova stagione tv è appena iniziata e domenica 18 settembre tornerà anche Scherzi a Parte. Alla conduzione della nuova edizione dello storico show Mediaset ci sarà ancora Enrico Papi.

Intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, il presentatore ha svelato alcuni retroscena sugli scherzi registrati tra gennaio e luglio. Sembra addirittura che ci sia stata una rissa. Un vip avrebbe perso le staffe durante lo scherzo.

“C’è stata una rissa. Una star è uscita talmente fuori di sé che non riuscivamo a controllarla. Nemmeno gli amici. Inoltre capita spesso che le vittime chiamino la polizia e noi dobbiamo avvertire le forze dell’ordine che è tutto finto.

Il sottotitolo del programma è “Nessuno è tranquillo”, anche perché punteremo ancora di più sul coinvolgere gli ospiti che avremo in studio. Avremo quindi lo scherzo in diretta, ma in una sua versione migliorata”.

Scherzi a Parte: le vittime della nuova stagione.

Tra i vip che sono caduti nelle trappole di Enrico Papi ci sono: Iva Zanicchi, Marcell Jacobs, Nicolas Vaporidis, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, Aldo Montano (complice Bortuzzo), Roberto Giacobbo e Veronica Gentili. Anche Federico fashion Style sarà tra le vittime di Scherzi a Parte e stando alle anticipazioni, sembra che abbiano messo fuori uso il suo salone di Anzio e che lui sia andato nel panico.

Enrico Papi e le voci sul suo orientamento.

“I gossip sul mio orientamento? Nulla di così strano, per chi fa il mio mestiere è un classico direi. Però devo dire che adesso più che mai potrei innamorarmi di chiunque. Non avrei nessun tipo di problema. Per ora non è mai accaduto, anche se dei corteggiatori li ho avuti. Però quando sento sottolineare e rivendicare la propria eterosessualità inorridisco. A me certe frasi sembrano quasi un’offesa.

Se uno dei miei figli facesse coming out non avrei problemi. Onestamente non capisco come ancora ci siano problemi nel comprendere la normalità. Quando poi parlano di condizioni culturali mi arrabbio”.

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