Musica

Sanremo boicottato? Chiesti aumenti, quanto prendono ora i big

Anthony Festa 20/06/2025

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Mancano ancora otto mesi al prossimo Festival di Sanremo, ma Carlo Conti è già al lavoro, sta ricevendo già le prime proposte e quest’estate si occuperà di ascoltare i brani. Dietro le quinte però c’è già chi si lamenta, soprattutto dopo che il comune ligure dov’è organizzata la kermesse incasserà un milione e mezzo di Euro in più dall’anno prossimo. Infatti anche le case discografiche vogliono un aumento cospicuo dei rimborsi.

Durante il podcast Pezzi di Musica, il critico musicale Andrea Laffranchi ha parlato di cifre precise: “La discografia sta chiedendo da anni dei rimborsi più alti per gli artisti in gara. L’anno scorso c’è stato un incremento del 12%, un’artista ora viene rimborsato 62.000 Euro per la partecipazione da singolo al Festival di Sanremo, se gli artisti sono più di uno allora sono 62.000 Euro più 3.000 per ogni altro membro, come i Coma Cose che sono in due, 62.000 più 3.000. Le nuove proposte prendono 25.000. Il problema è che solo di note spese i costi sono più alti, portare in gara un big può costare dai 120.000 ai 150.000 Euro, tenendo fuori dai costi la produzione della canzone e tutto quello che c’è a monte)“.

Anche la serata dei duetti pare rappresenti un problema: “Il grosso buco nero è la serata delle cover, lì i rimborsi sono 4.000 se chiami un artista italiano e 8.000 se contatti un personaggio internazionale. Se Toquinho per Gaia ha preso 8.000 Euro? Magari lui è stato magato molto di più dalla casa discografica, ma i rimborsi sono 8.000. Il tema è che la serata delle cover raramente ha un affaccio discografico, non è che i duetti poi vengono pubblicati automaticamente. È successo con Bresh e pochi altri, ma di solito tutto si ferma a quella serata. Non tutti i big trasformano quella collaborazione all’Ariston in brani registrati e pubblicati“.

Sanremo 2026 rischia di essere boicottato?

Non solo aumenti sui rimborsi, le case discografiche vogliono meno vincoli nell’utilizzo di brand per le loro collaborazioni, libertà al momento molto limitate da Rai Pubblicità: “Di cosa si lamentano anche i discografici? Che Rai Pubblicità vieta nella zona rossa del Festival, l’utilizzo di marchi che non siano i brand con i quali loro hanno accordi. Tu non puoi far girare un van sponsorizzato. Non puoi stringere una collaborazione con un marchio di veicoli per far girare il tuo artista“.

Luca Dondoni invece ha lanciato la patata bollente, parlando di un possibile boicottaggio delle case discografiche: “Considerate che il Festival per le case discografiche vale circa l’1% dell’anno. Vale molto di più per gli artisti, ma sono cose diverse. Un big se va al Festival ne guadagna in tutto, anche nei live che farà, che varranno il doppio. Tirando le somme di queste richieste, resta un po’ sospeso nell’aria un ‘potremmo boicottare il Festival e non andarci’, è già successo. Se non si mettono d’accordo su un’alzata notevole di rimborsi, le case discografiche potrebbero davvero dire ai loro artisti: “Ok, la canzone c’è, ma non andate al Festival, perché noi non ci guadagniamo“.

Insomma, la Rai dovrà mettere le mani al portafogli se non vorrà ritrovarsi un Festival di Sanremo come quello del 2004.

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