EMMA – “OGNI VOLTA È COSÌ” – (Davide Petrella, Emma Marrone)
A dieci anni da “Non è l’inferno”, Emma propone una power ballad e un invito alla persona amata: “Arrenditi stanotte”. La canzone ha un ottimo arrangiamento sulle musiche di Petrella e Faini che incalza minuto dopo minuto fino all’inciso. Emma con la sua voce fa il resto, interpretando alla perfezione ogni parola. Frase cult: Siamo sante o puttane e non vuoi restare qui e neanche scappare

MASSIMO RANIERI – “LETTERA DI LÀ DEL MARE” – (Fabio Ilaqua)
Il ritorno a Sanremo dopo 25 anni per Massimo Ranieri. Il pianoforte introduce la voce possente di Massimo Ranieri. Una ballatona raffinata, delicata per un grande artista che si incastona come und diamante nella kermesse. Frase cult: Amore vedi così buio è questo mare, troppo grande per non tremare

SANGIOVANNI – “FARFALLE” – (Sangiovanni, Alessandro La Cava)

A 19 anni si aspira alla libertà nei rapporti quotidiani e alla normalità delle relazioni sane e non tossiche. “Farfalle” è un uptempo prodotto da Zef ed Itaca, il team produttivo di Merk & Kremont. Un brano radiofonico che farà subito presa sul pubblico più giovane e non solo. Frase cult: Sei una botta di ossigeno in mezzo all’industria

IVA ZANICCHI – “VOGLIO AMARTI” – (Emilio Di Stefano)
La signora del Festival raccoglie l’eredità di Orietta Berti dello scorso anno per proporre una ballatona su una donna perdutamente innamorata e con tanta voglia di urlarlo. Un classicone che più sanremese di così non si può. Frase cult: E se un giorno scoprirò nel mio cuore una ruga in più sarai tu

ACHILLE LAURO – “DOMENICA” – (Achille Lauro, Simon Pietro Manzari, Davide Petrella)
Achille Lauro torna alle sonorità di ‘Rolls Royce’ in versione più pop. La canzone è radiofonica e racconta per immagini una domenica tra cani, gatti, “città peccaminose” e “donne pericolose”. C’è da scommettere che il cantante proporrà una esibizione “shock” per spingere ancora di più il brano. Frase cult: Mi ingoia come un boa, lei dice ‘come osi’

AKA7EVEN – “PERFETTA COSÌ” – (Aka7even, Vincenzo Colella)

Giro di pianoforte e poi parte il ritmo incessante tra batteria e basso. Aka7even propone al Festival un brano che cattura subito al primo ascolto e che è perfetta per le radio. Un buon biglietto da visita per la grande platea sanremese. Frase cult: Mi hai insegnato a lottare anche quando la voglia di piangere mi soffocava

MICHELE BRAVI – “INVERNO DEI FIORI” – (Michele Bravi, Cheope, Alex Andrea Raige Vella)
Umanità, empatia e condivisione. Sono le tre parole fondamentali che fanno da snodo alla canzone d’amore di Michele Bravi. Una canzone elegante, uptempo, che regala una nuova fase artistica del cantautore. Frase cult: Tu insegnami come si fa ad imparare la felicità

GIANNI MORANDI – “APRI TUTTE LE PORTE” – (Lorenzo Jovanotti)
Il brano si riallaccia alle atmosfere de “L’allegria”, anzi ne è proprio il degno erede. Frase cult: Brucia tutte le scorte fai entrare il sole

ANA MENA – “DUECENTOMILA ORE” – (Rocco Hunt)
Quota discoteca latina in piena estate. Frase cult: Quando la notte arriva M’ama non m’ama un fiore America Latina Un Cuba Libre amore

ELISA – “O FORSE SEI TU” – (Elisa Toffoli, Davide Petrella)

Un pianoforte accompagna Elisa che introduce così la sua bella canzone “Sarà il tempo poi alla fine proprio non ci sfiora”. L’artista regala a Sanremo una canzone intima, delicata, potente. Tra i brani più belli del Festival. Frase cult: Sarà che tra tutto il casino sembra primavera, sarà che la vertigine non mi fa più paura

RKOMI – “INSUPERABILE” – (Rkomi, Alessandro La Cava)
Prima volta a Sanremo per l’artista al promo posto tra i dischi più venduti nel 2021 con “Taxi Driver”, titolo portafortuna che viene citato nel testo. “Insuperabile” è un brano rock con un giro sostenuto di basso e cattura dalle prime note. Potrebbe riservare sorprese sul podio. Frase cult: Ti stringo i fianchi, amore sei te, l’ultima curva

DITONELLAPIAGA E DONATELLA RETTORE – “CHIMICA” – (Ditonellapiaga, Donatella Rettore)
Il ritorno a Sanremo dopo 27 per Rettore. Electro-pop anni 80 con un inciso sul gioco di parole su ‘Chimica’. Una combinazione generazionale vincente sulla carta e che alle radio piacerà molto. Frase cult: E non mi servono parole per un poco di piacere è solamente una questione di chimica

MAHMOOD E BLANCO – “BRIVIDI” – (Mahmood, Blanco)
Una ballatona che spiazzerà i fan dei due artisti. Forse la canzone d’amore più bella di questo Festival. Frase cult: E ti vorrei rubare un cielo di perle e pagherei per andar via

GIUSY FERRERI – “MIELE” – (Davide Petrella, Takagi e Ketra, Federica Abbate)
Un brano dal sapore vagamente country per il ritorno di Giusy Ferreri che canta un amore nostalgico e dal sapore di miele. Il graffio di Takagi e Ketra, Federica Abbate garantisce al brano una forza radiofonica. Frase cult: Che cos’è fino a qui senza te, è una lama che sa di miele

GIOVANNI TRUPPI – “TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA” – (Giovanni Truppi, Marco Buccelli, Giovanni Pallotti, Gino De Crescenzo “Pacifico”, Niccolò Contessa)
Il brano più complicato del Festival, non immediato. Però Truppi con la sua penna intensa – assieme ad altri quattro autori – racconta un quadro, un film, un dialogo d’amore. Da riascoltare più volte. Frase cult: Io so che per quello che vogliamo fare noi un per cento è amore e tutto il resto è stringere i denti

FABRIZIO MORO – “SEI TU” – (Fabrizio Moro)
“L’amore è l’unica via d’uscita, è inutile girarci intorno”. Lo spiega chiaro e tondo Fabrizio Moro e lo canta con una canzone che riflette il suo stile potente e ricco di pathos. Frase cult: Sei tu che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi

HIGHSNOB E HU – “ABBI CURA DI TE” – (Michele Matera, Federica Ferracuti)
La “strana” coppia di questo Festival propone una ballad hip hop lieve lieve che racconta di un amore finito e della voglia, speranza, di ricominciare. Uno dei brani più deboli e prevedibili in gara Frase cult: Io provo piacere nel sentir dolore come lo shibari

IRAMA – “OVUNQUE SARAI” – (Irama)
Una ballad struggente per Irama che finalmente sfodera il suo animo più romantico al Festival di Sanremo dando sfoggio anche delle sue ottime doti vocali. Il cantautore si rivolge al suo amore lontano o scomparso “ovunque sarai, ovunque sarò in ogni gesto io ti cercherò”. Un classico brano sanremese, intenso. Frase cult: Se sarò in terra mi alzerai, se farà freddo brucerai

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – “CIAO CIAO” – (Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina)
Un bis sul palco dell’Ariston che non deluderà. Un brano carico di ritmo con un inciso che rimarrà come tormentone “Con le mani, con le mani, con le mani, Ciao Ciao”. Una canzone apparentemente scanzonata, ma con qualche riferimento alla società di oggi Frase cult: Mentre leggo uno stupido giornale in città è scoppiata la guerra mondiale

NOEMI – “TI AMO NON LO SO DIRE” – (Alessandro Mahmoud, Alessandro La Cava)
Una power ballad sull’accettare il rischio del cambiamento per vivere fino in fondo l’amore. L’inciso svolta con un beat possente e giro di basso. Una canzone che valorizza l’anima romantica ma anche quella squisitamente pop di Noemi. Frase cult: Non ho paura di sentirmi vuota dentro un mare di parole perse sul fondale

DARGEN D’AMICO – “DOVE SI BALLA” – (Dargen D’Amico, Edwyn Roberts, Gianluigi Fazio)
Il “cantautorapper” è al suo esordio sul palco dell’Ariston. “Mi piace la musica dance” canta e lo dimostra con il brano più moderno del Festival che potrebbe riservare qualche sorpresa sul grande pubblico. Le radio sposeranno “Dove si balla”. Frase cult: Io non parlo col mio cane ma c’è un bel legame

LE VIBRAZIONI – “TANTISSIMO” – (Roberto Casalino)
La band canta le occasioni che si perdono quando non si è in contatto con sé stessi e delle cicatrici indelebili che rimangono dentro. Le Vibrazioni si presentano con una bella canzone e faranno una bella figura sul palco. Frase cult: C’era una casa, un divano e vuoti da colmare ed un bel fiore nero è il mio presente

YUMAN – “ORA E QUI” – (Tommaso Di Giulio)
Il vincitore delle Nuove Proposte propone una ballad classica che non regala guizzi particolare e si appiattisce all’ascolto. Frase cult: Notti appese ad uno schermo a fare le sei… Le sei!

TANANAI – “SESSO OCCASIONALE” – (Alberto Cotta Ramusino, Davide Simonetta, Paolo Antonacci, Alessandro Raina)
L’artista proveniente dalle Nuove Proposte si presenta con un uptempo conturbante su un rapporto conflittuale. Tra i brani più interessanti del Festival. Frase cult: Troviamoci una casa non finiamoci più nel sesso occasionale

MATTEO ROMANO – “VIRALE” – (Matteo Romano, Alessandro La Cava, Federico Rossi)
Una canzone dignitosa, bella, coinvolgente. Ottima prova per Matteo Romano che presenta una canzone d’amore in linea anche con la sua età. Le musiche di Dario Faini, La Cava e Federico Rossi sono potenti e all’Ariston colpiranno nel segno. Da tenere d’occhio. Frase Cult: E lasciati andare che il cuore ti cade giù e l’amore riappare.

Sanremo 2022, le recensioni di FanPage

Achille Lauro con l’Harlem Gospel Choir – Domenica

Il testo è molto lauriano, con gli “oh no” e rime come “Citta peccaminose, donne pericolose, l’amore è un’overdose”, funziona tutto per frasi secche, ideali per il flow di Lauro che gioca, come sempre, con namedropping e citazioni sparse (guarda come dondolo). A livello sonoro la canzone riprende un po’ quello che era il percorso di Rolls Royce, meno impattante, ma se vi è piaciuta quella non vi dispiacerà questa, metteteci l’handclapping sul pre ritornello, i fischi e il rollercoast. Il solito Lauro.

Giusy Ferreri – Miele

Scritta da Takagi & Ketra, Federica Abbate e Davide Petrella, la stessa Ferreri lo commenta come “una parentesi musicale romantica dal sapore retrò” e infatti canta, su beat della coppia d’oro del pop italiano: “Perché questa notte non corri da me, ti ho lasciato nel vento una musica, spero che parli di me”. Viene in mente Mannarino – per dare qualche riferimento -, col sapore retrò, la canzone punta meno sulle caratteristiche vocali di Ferreri, meno tormentone di quello che si potrebbe aspettare, folkeggiante come possono renderla folkeggiante Takagi e Ketra. Una bella sorpresa.

Michele Bravi – Inverno dei fiori

Michele Bravi torna a Sanremo con un pezzo che parla di amore come rapporto di scambio, di perdersi e ritrovarsi, del rapporto come fonte di conoscenza reciproca. Una ballad che parte con gli archi a cui si aggiunge il beat poco dopo, con l’intensità della voce di Bravi che si prende la scena: “Insegnami come si fa ad imparare la felicità per dimostrarti che se fossimo dei suoni, sarebbero canzoni e se fossimo stagioni, verrebbe l’inverno, l’inverno dei fiori”. Archi, archi ovunque: contemporaneamente sanremese.

Rkomi – Insuperabile

Rkomi arriva a Sanremo con l’album più ascoltato del 2021 ma praticamente sconosciuto al solito pubblico di riferimento di Rai1 (nonostante l’età media si sia abbassata). Il percorso di Rkomi è cambiato molto: in Insuperabile cita il suo Taxi driver e anche lui ha scritto una canzone che parla di amore: “In un mantello di nuvole bianche cosa mi hai fatto, l’amore è per me quel lasso di tempo in cui ci sentiamo da soli”. Farà l’effetto “primo Lauro”, con una cassa in quattro che porta a sonorità molto rock con l’autotune che, per fortuna, ormai non fa più l’effetto scandalo degli anni scorsi. Porta alla mente un po’ Salmo e un cantato che ricorda Sangiovanni nel modo di cantare, ma è solo per dare qualche riferimento a chi non l’ha ascoltata. Rkomi ci piace (dai tempi di Apnea) e ormai è una bella certezza del pop italiano contemporaneo a cui ha contribuito a dare una direzione negli ultimi anni.

Irama – Ovunque sarai

Irama cambia completamente rispetto all’anno scorso e si presenta senza cassa e vocoder ma con archi e pianoforte, per una ballad che punta sull’amore e a livello testuale rende omaggio al sonetto, fin dall’anafora di “se sarai”. Anche se “In ogni gesto io ti cercherò, se non ci sarai io lo capirò e nel silenzio io ti ascolterò” sa di già sentito, ci piaceva più spinto.

Noemi – Ti amo non lo so dire

Voce e piano partono subito, Noemi ci tiene a entrare subito nel vivo, con Faini – insieme a La Cava e Mahmood – che la veste di una base neoclassica, sognante, a cui a un certo punto sovrappongono una cassa che cambia il mood del brano senza sconvolgerlo e rendendolo perfetto per la radio. “Scusa se non ho da perdere, più mi guardi e più credo che la parola sia l0unico proiettile a dividere questo nodo tra me e te” canta Noemi che racconta, parole sue, “l’incomunicabilità, la paura di prendere una posizione, di scoprire il fianco esprimendo i propri sentimenti, del cambiamento e delle sue conseguenze, ma anche la consapevolezza che accettare il rischio del cambiamento sia l’unico modo per evolvere e vivere fino in fondo”.

Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare

Ranieri a Sanremo è una chicca, qualcosa di cui non si può che essere contenti. La canzone è perfetta, elegante, il ricordo in lettera di un’America di speranza, valzerata, col piano a reggere la fine assieme alle percussioni e un ritornello Ranieri apre tutto e ci porta per mano come se fosse la colonna sonora di un Titanic col lieto fine. Che bellezza sentire questa canzone.

Aka7even – Perfetta così

Aka porta a Sanremo un pezzo uptempo, da spiaggia, con cassa dritta in cui il cantante si diverte a giocare coi registri vocali, rappando su un testo che ha un target preciso, come è giusto che sia: “Sei bella così così così, nei tuoi difetti, nelle imperfezioni, baby giuro che tu sei perfetta così”. La sentiremo in radio, anche se non memorabile.

Emma – Ogni volta è così

Emma torna a Sanremo con un brano che ha il suono (ipnotico) di Faini, firma riconoscibile, assieme a Petrella che con lei firma anche il testo. La canzone è una di quelle che rimarranno nel repertorio della cantante, con uno dei testi più lunghi del lotto sanremese che la voce di Emma impreziosisce sia quando spinge che quando fa partire il brano. “E mi guardavi con quegli occhi grandi, e mi dicevi sempre come sei bella, nessuna mai nessuna più te” canta Emma in una sorta di brano che rende omaggio alle donne del rock italiano, a partire da Loredana Bertè. Sarà interessante sentirla all’Ariston con l’orchestra diretta da Francesca Michielin.

Highsnob e Hu – Abbi cura di te

Tra i meno conosciuti del lotto, Highsnob e Hu portano un pezzo che mescola pop, elettronica e rap, con due voci che si alternano alla perfezione, più vicina a Hu a un certo punto che al rapper che cerca di dimostrare anche al grande pubblico che non è solo tatuaggi in faccia e dissing, anzi. Il pezzo è tra quelli che vivono nel limbo in cui giacciono le canzoni non super radiofoniche ma neanche super indie rap, ma è un brano che si fa ascoltare parlando della fine di una relazione e del dolore.

Iva Zanicchi – Voglio amarti

Iva Zanicchi poteva replicare il percorso di Orietta Berti, lo fa nel suo cantato ma con una base più contemporanea. Zanicchi, comunque, porta un brano degno di un Sanremo anni 60: “Voglio amarti nei pensieri, nelle mani. Voglio amarti con l’anima e di più (…) Voglio amarti per amore, per sentirmi ancora viva in te”, in cui cercano di stare assieme beat “contemporanei”, assoli di chitarra, archi e la voce di Zanicchi che è quello che, forse, resterà più del pezzo.

Dargen d’Amico – Dove si balla

Dargen ci fa ballare come se fosse un Vasco Rossi contemporaneo. Basterebbe questo per dire sì a questo pezzo che è tamarro al punto giusto (ed è detto con totale apprezzamento) in cui uno dei nostri migliori esponenti del rap canta: “Dai, metti la musica dance che tremano i vetri di casa (…) fottitene e balla tra i rottami”. Uno dei pochissimi che fa riferimento alla pandemie, coi live fermi e “che brutta fine le mascherine”. Grazie Dargen.

Sangiovanni – Farfalle

Sangiovanni è riconoscibilissimo nella scrittura, semplice ma con un’idea precisa che va avanti per tutto il pezzo. Non si perde in ghirigori: in pochissimo tempo ha creato la “canzone Sangiovanni” che da una parte è un bene e dall’altro rischia di limitarlo. “Farfalle” parte come “canzone Sangiovanni” e poi si apre con sonorità più elettrodance, cercando una strada diversa. Il testo è una dichiarazione d’amore: “Quando mi guardi con quegli occhi lucidi non sento i limiti nel mio futuro”. Piacerà al suo pubblico e alle radio, confermando l’ex Amici come uno di quelli che ha le potenzialità per sorprendere in futuro.

Yuman – Ora e qui

Yuman arriva da una parte senza troppe pressioni, ma dall’altra con un passato che dice che i giovani fanno spesso bene. E onestamente la canzone (scritta da Tommaso Di Giulio, che è una bella sorpresa) è una delle migliori del lotto, con influenze soul che ricordano Baroni ed esce un po’ dalle solite sonorità che vanno di moda in questi ultimi anni.

La Rappresentante di Lista – Ciao, ciao

LRDL spiazza tutti con un pezzo funk-dance con una produzione perfetta con la voce di Veronica che resta attaccata in testa e a un certo punto prende una curva disco retrò che impreziosisce il tutto. Grande pezzo, uno dei migliori che ascolteremo sul palco: “E con la testa, con il pezzo, con il cuore, ciao ciao, con le gambe, con il culo, con i miei occhi”. Perfetti per l’Eurovision come suggerisce il mio vicino di ascolti Mattia Marzi.

Mahmood e Blanco – Brividi

Sono i più attesi del gruppo dei Big e portano sul palco un pezzo che li rappresenta appieno. Le due voci, tra le più riconoscibili del Paese di questi ultimi anni, si alternano in una ballad contemporanea che si tiene su un piano e riesce a mostrare anche altri lati di Blanco. Siamo in territori meno “punk” di quelli che ci si aspettava, ma questo non è per forza una cosa negativa, anzi. Il pezzo è sicuramente uno di quello che possono giocarsi la vittoria: contemporaneo, con linee vocali diverse da quelle che ascoltiamo su quel palco, ma anche perfetta da ascoltare con l’orchestra.

Gianni Morandi – Apri tutte le porte

Gianni Morandi si presenta al festival con un pezzo, scritto come noto da Jovanotti e prodotto da Mousse T che lo tiene ancorato comunque ancorato a una sorta di yèyè contemporaneo. Lo zampino di Jova si sente tutto, Morandi lo canta come solo lui poteva farlo (“Stai andando forte, apri tutte le porte, gioca tutte le carte, fai entrare il sole”e la cosa bella è che è un pezzo che non si può dire non morandiano, assolutamente in bilico tra contemporaneità e citazione al suo passato (con una strofa che rallenta un attimo prima di ricominciare a palla).

Matteo Romano – Virale

Matteo Romano è un giovane che ha un seguito enorme e ha già canzoni non male nel suo curriculum. A Sanremo si fa produrre da Faini che cerca di non snaturarlo con un brano pop contemporaneo e un testo che firmano anche Alessandro La Cava e Federico Rossi che riflette anche il suo mondo: “E l’amore riappare, va in tendenza e risale, diventa virale”. Se lavora bene in futuro Romano può sfruttare al meglio questo Sanremo.

Le Vibrazioni – Tantissimo

Le Vibrazioni sono habitué di quel palco e ci tornano senza cambiare molto della loro formula. Sarcina e la band portano all’Ariston la giusta quota rock che però non sappiamo cosa metta e tolga a loro e a Sanremo, ma va bene così.

Fabrizio Moro – Sei tu

Tra la ballad e il rock Fabrizio Moro sceglie la prima, con un piano e voce che si apre con gli archi dopo i primi trenta secondi. Moro punta al cuore dei sanremesi vecchio stampo, con una canzone d’amore in cui canta: “Sei tu che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi, sei tu il mondo che passa attraverso i miei occhi”.

Elisa – O forse sei tu

Era attesissimo il ritorno di Elisa che con “O forse sei tu” porta a Sanremo una ballad pop (scritta da lei, col testo in coppia con Petrella), con la sua voce protagonista assoluta, archi che crescono con il passare del brano ad accompagnare parole d’amore: “Chiedimi tu come stai se ancora io non l’ho capito, e se domani partirai portami sempre con te”.

DitonellaPiaga con Donatella Rettore – Chimica

Elettrodance con cassa dritta Ditonellapiaga porta Donatella Rettore in luoghi ancora più estremi rispetto a quelli a cui ci ha abituati la cantante di cobra e lamette. Rettore sale sul palco con una canzone che è esattamente quella che potreste immaginarvi pensandola a Sanremo. È una questione di chimica, chimica, chi-chi-chi-chi-chi-chi chimica tra Ditonellapiaga e Rettore e la chimica c’è. Vediamo se Sanremo apprezzerà.

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia

Truppi porta un po’ di magia sul palco di Sanremo – supportato da Pacifico, Niccolò Contessa e Marco Buccelli – mettendoci il cantautorato, il surreale, lo spoken che lo caratterizza da sempre, e l’effetto è, speciale quando attacca “Brillano le stelle e scintillano le stelle, coprimi la faccia e non farmi fare niente”. Truppi si conferma uno dei nostri talenti, speriamo che Sanremo lo faccia capire a quante più persone possibili perché il brano è prezioso.

Tananai – Sesso Occasionale

Il pezzo di Tananai ricorda un Lauro più spensierato e conferma che i giovani arrivano sul palco senza troppi problemi o subendo l’idea di doversi “classicheggiare”: “Baby ritorna da me e metti via quella pistola, baby ma dai cosa c’è, quell’altra non mi è mai piaciuta”. Divertente.

Ana Mena – Duecentomila ore

Arriva il pezzo più latino del Festival e non poteva che portarlo Ana Mena che a Sanremo arriva con “Duecentomila ore”, brano latin-dance con una fisarmonica (“Quando la notte arriva, m’ama non m’ama un furore, America Latina un Cuba Libre amore”), che risente comunque delle influenze cantautorali italiane, praticamente la colonna sonora di un western supercontemporaneo, praticamente distribuito su Tiktok.

Sanremo 2022, le recensioni di TvBlog

Achille Lauro con l’Harlem Gospel Choir – Domenica: fischiettio introduttivo, che si ripete durante la canzone insieme ai battimano. Musica ritmata dal basso. Anche in questo brano cita i Rollin’ Stone. Pop e Rock si mascolano, come il suo solito. Mancano gli Harlem Gospel Choir. Canta: “E’ come se fosse domenica, si domani poi vedrò come no”. Giudizio: niente di nuovo.

Aka7even – Perfetta così: l’amore come accettazione dei difetti. Chitarra e vocalismi aprono ad un brano ritmato e uptempo, supportato da batteria e cori. Canta:”Sei perfetta così nei tuoi difetti, nelle imperfezioni, baby giuro che tu sei perfetta così”. Giudizio: incalzante.

Ana Mena – Duecentomila ore: canzone d’amore, pop dance latina, con tutti gli elementi musicali del caso, fisarmonica compresa, e voce sussurrata. Canta:” Quando la notte arriva, duecentomila ore, amarsi un’ora prima e dopo lasciarsi andare”. Giudizio: prevedibilità latina.

Dargen D’Amico – Dove si balla: ballo come inno alla vita. Dance, dance, dance. Pura dance con testo semplice che rimane subito in testa.  Canta: ”Dove si balla fottitene e balla, tra i rottami. Balla per restare a galla… ma va’ a capire perché si vive se non si balla”. Giudizio: inno di Sanremo 2022.

Ditonellapiaga con Donatella Rettore – Chimica: amore come chimica e non solo come cuore. Elettronica. Parte Ditonellapiaga, poi Rettore. Incalzante e radiofonica. scanzonata, prende quasi in giro l’amore smielato. Cantano: “Chimica chimica è una questione di chimica”. Giudizio: elettrochimica.

Elisa – O forse sei tu: amore totalizzante. Ballata pop con strofe oniriche, ritornello incisivo che esalta la voce della cantante. Canta:”Sarà che tra tutto il casino sembra primavera. Sarà che la vertigine non mi fa più paura e guardo giù o forse sei tu”. Giudizio: fiabesca.

Emma – Ogni volta è così. L’amore si ripete. La voce di Emma sovrasta tutto. Contaminazione elettronica sullo sfondo. Ritornello urlato alla Emma, omaggio all’universo rock femminile italiano. Canta: ”Ogni volta è così siamo sante o puttane e non vuoi restare qui e neanche scappare”. Dirige l’orchestra Francesca Michielin. Giudizio: titolo rivelatore.

Fabrizio Moro – Sei tu: l’amata come tutto. Intro pianoforte e voce. La canzone, una ballata romantica, si apre in crescendo che sfocia in assolo di musica prima del finale. Canta:”Sei tu che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi, sei tu il mondo che passa attraverso i miei occhi”. Giudizio: miele puro.

Gianni Morandi – Apri tutte le porte: canzone di speranza, che invita a buttarci. Un po’ twist, un po’ Morandi dei vecchi tempi. Improvviso cambio di ritmo prima della conclusione. Canta:”Stai andando forte apri tutte le porte, gioca tutte le carte, fai entrare il sole”. Giudizio: solare.

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia: dichiarazione d’amore di uno che non teme il giudizio altrui. Si apre con voce e chitarra. Parlato e cantato si alternano in modo coerente e raffinato. Canta:”Amore mio per vivere facciamo mille cose stupide, lo sai per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile”. Giudizio: cantautorato chic.

Giusy Ferreri – Miele: una relazione finisce, ma l’amore rimane. Si apre con chitarra e battente. Ritmata con tante contaminazioni (gitane, mediorientali, latine). Poi Megafono. Canta:”E l’amore non se ne va, vola via ma poi torna da te”. Giudizio: non è un tormentone estivo.

Highsnob e Hu – Abbi cura di te: l’amore come rapporto, a tratti tossico, che finisce. Inizi lui, poi lei si aggiunge come seconda voce e diventa principale dopo il ritornello. Cantano: ”Perché non posso bere veleno nella speranza che muori tu ed è così che le nostre parole sono diventare armi in mano a dei bambini”. Giudizio: sorpresa ritmata.

Irama – Ovunque sarai: poesia dedicata ad una persona speciale che merita di essere aspettata. Ballad che esalta la voce di Irama. Classico moderno adatto a tutti. Gli archi e il pianoforte accompagnano il cantante che fa esplodere la sua voce. Canta:”Se sarò in terra mi alzerei, se farà freddo brucerai”. Giudizio: colonna sonora romantica.

Iva Zanicchi – Voglio amarti: amore come stimolo per vivere. Salto indietro nel tempo di oltre cinquant’anni: canzone costruita con voce e chitarra, poi si aggiungono batteria e archi. Assolo di chitarra elettrica a metà brano. Canta: ”Voglio amarti nei pensieri, nelle mani, voglio amarti con l’anima e di più, voglio amarti solamente amarti ancora e domani risvegliarmi accanto a te”. Giudizio: classicone.

La Rappresentante di Lista – Ciao ciao: si parla di fine del mondo. Elettronica più voce, con aspetti funk e dance, ritornello che entra in testa, con Ciao Ciao ripeto all’infinito. Canta:”Mentre leggo uno stupido giornale, in città è scoppiata la guerra mondiale”. Giudizio: bella. Ciao ciao.

Le Vibrazioni – Tantissimo: l’amore finito. Intro rock con chitarra e  batteria, un po’ anni Ottanta. Canta: ”L’amore sotto pelle è un’arma nella mano e può fare male male tantissimo”. Giudizio: elettrico.

Mahmood e Blanco – Brividi: l’amore è fatto di errori. Apre Mahmood accompagnato dal pianoforte. Poi entra Blanco. Tra alternanza e voci che si fondono, Mahmood fa Mahmood e Blanco fa Blanco. Cantano:”Nudo con i brividi a volte non so esprimermi e ti vorrei amare, ma sbaglio sempre”. Giudizio: prevedibile duetto imprevedibile.

Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare: canzone sui migranti, tutti e di tutti i tipi. Canzone recitata, piena di pathos. Esplosione nel ritornello, come nei più classici dei classici. Canta: ”Amore vedi così buio è questo mare troppo grande per non tremare”. Giudizio: musical.

Matteo Romano – Virale: l’amore moderno fatto di litigi e tanti sentimenti. Voce e tanto ritmo per una ballata pop. Ritornello con vocalismi. Si sente la mano di Dario Faini nella musica. Canta: ”Frasi scritte per metà se vere non lo so, anche tra i grattacieli volerò e lasciati andare che il cuore ti cade giù è l’amore riappare va in tendenza e risale, diventa virale”. Giudizio: amore GenZ.

Michele Bravi – Inverno dei fiori: canzone d’amore, come richiesta d’aiuto. Inizia la voce, poi piano piano si inseriscono gli strumenti, in particolare gli archi. Canta: ”Tu insegnami come si fa ad imparare la felicità, per dimostrarti che se fossimo dei suoni, sarebbero canzoni”. Giudizio: intimista.

Noemi – Ti amo non lo so dire: messaggio al partner sulla volontà di cambiare per evolvere. Prima parlata, poi esplode. Finale arrembante. Canta: ”Servirà un po’ di fortuna per capire meglio noi chi siamo, posso andare sulla luna ma ti amo ti amo ti amo”. Giudizio: ingiudicabile.

Rkomi – Insuperabile: l’amore come passione in un brano rap rock con autotune. Apertura con chitarra elettrica che accompagna tutta la canzone. Domina la batteria. Canta: ”Due molotov in fiamme nella corrente, ti stringo i fianchi, amore sei te”. Giudizio: energia pura.

Sangiovanni – Farfalle: amore come fase successiva all’innamoramento. Canzone alla Sangiovanni, giovane, con accenni elettro dance accentuati (anche in un assolo). L’altra persona come fonte di vita. Canta: ”Dammi due ali per volare. Sei una boccata d’aria”. Giudizio: gioventù al potere.

Tananai – Sesso occasionale: il sesso occasionale non è amore, ma l’eventuale tradimento merita il perdono. Urban pop con numerose contaminazioni e qualche sonorità dei Righeira e Loredana Bertè. Canta: ”Troviamoci un cada e non finiamoci più nel sesso occasionale ma sappi che tra un Anno un giorno non avrò capito ancora di cosa hai bisogno”. Giudizio: mix intrigante.

Yuman – Ora e qui: l’amore come viaggio personale da condividere. Voce e piano fino al ritornello. Atmosfere soul.  Canta: ”Ora e qui finalmente io riesco a dire che sto bene, se trema un po’ la voce”. Giudizio: soul sanremese.

Sanremo 2022, le recensioni di Davide Maggio

Achille Lauro – Domenica 5

Achille Lauro ci è cascato di nuovo. Il suo brano non sorprende, sembra un mix delle sue precedenti canzoni con le aggravanti della reiterazione e di un ritornello debole. Confidiamo nello stylist. Verso cult: fanculo è Rolling Stones.

Giusy Ferreri – Miele 6

Per uscire dalla prigionia dei tormentoni, Giusy Ferrreri punta su sonorità che in tempi più recenti hanno fatto la fortuna di Nina Zilli e che potrebbero valorizzare ed essere valorizzate dall’orchestra. C’è ritmo ma non troppo mordente. Verso cult: ti ho lasciato nel vento una musica.

Iva Zanicchi – Voglio Amarti 4 1/2

Diva e recidiva: dopo le polemiche per la sua ultima partecipazione, quando Benigni aveva sottolineato la carnalità della sua canzone, anche stavolta Iva canta un amore passionale. Il brano sfrutta i vocalizzi e la sua voce importante senza però lasciare il segno. Verso cult: voglio amarti e non solo per amore, voglio amarti perché ho fame anch’io di te.

D’Argen D’Amico – Dove si Balla 7 –

Canzone, allegra, strafottente, moderna e paracula quanto basta. In quota tormentone. Verso cult: fottitene e balla.

Michele Bravi – Inverno dei Fiori 6 –

Ennesimo capitolo del “pessimimo braviano” scritto da un brano intenso e romantico, non troppo lento, non troppo veloce.  Verso cult: insegnami come si fa ad imparare la felicità.

Rkomi – Insuperabile 7 1/2

Un brano potente in cui c’è energia ma anche sostanza. Non è di facile interpretazione e per Rkomi, non certo abituato alla platea televisiva, la sfida sarà proprio quella di rendere onore al brano dal vivo e con un’orchestra. Verso cult: il messaggio sulle tue labbra era come un semaforo.

Irama – Ovunque Sarai 5 +

Irama tenta di fare il “salto emozionale” con una ballad urlata, gridata ma ma nella sostanza piatta. Solo un’ottima performance potrà salvare un testo povero. Verso cult:  Se farà freddo brucerai.

Aka7ven – Perfetta Così 6 –

Pop energico che ben si sposa col suo interprete. Il tema della bellezza e percezione di sè è attuale ma già battuto; il giovane ex Amici cerca e trova il compromesso tra classico e moderno senza strafare. Verso cult: e sorridi perchè quando lo fai tu mi uccidi.

Noemi – Ti Amo non lo So Dire 6 1/2

Con un bravo di La Cava e Mahmood, Noemi si ripresenta all’Ariston per il secondo anno consecutivo. Una voce suggestiva per un brano, nel solco del suo repertorio, con un ritornello cantabile alla perfezione da Noemi, forse meno dal pubblico. Verso cult: Sono quella stronza che non cambierà per te.

Sangiovanni – Farfalle 6 1/2

Il brano appare coerente con il percorso che l’ha portato a ben figurare all’intero di Amici senza però essere un déjà-vu. Esplode il  ritornello dance. Verso cult: sei una botta d’ossigeno in mezzo all’industria.

Emma – Ogni Volta è Così 6

Dopo alcune sperimentazioni, Emma torna ad un pezzo dai canoni più tradizionali e dai riferimenti elevati, che deve molto alla sua interpretazione. Buon arrangiamento, necessita di più ascolti per entrare in testa. Verso cult: Ogni volta è cosi Siamo Sante o Puttane.

Massimo Ranieri – Lettera di là dal Mare 6 1/2

Un’interpretazione possente e teatrale, la descrizione di uno scenario concreto, rende ancora tutto più amplificato. Perfetta per un musical. Verso cult: Mai nessun temporale lavare potrà le nostre ferite dal sale.

La rappresentante di lista – Ciao Ciao 7

Tra sonorità anni 80, accento della cantante e titolo, potrebbe essere una canzone del capodanno all’italiana della tv russa. Scherzi a parte, brano valido e cantabile, c’è leggerezza ma non superficialità. Verso cult: E con le gambe, con il culo, coi miei occhi, Ciao.

Highsnob & Hu – Abbi Cura di Te 5 1/2

Dal giovanissimo duo, ti aspetteresti quanto meno uno sprazzo di originalità e se non c’è l’originalità, la “cantichiabilità”. Verso cult: Non posso bere veleno nella speranza che muori tu.

Yuman – Ora e qui 5

Un cantautorato che non osa. Potrebbe piacere agli over 40, a dispetto della sua giovane età. Verso cult: Quante liste impolverate dai miei prima o poi.

Mahmood e Blanco – Brividi 8

Favoriti sulla carta e favoriti anche nella pratica grazie ad un brano emotivamente coinvolgente. Ed è la dimostrazione che non c’è bisogno del ritornello che spara per fare una buona canzone. Verso cult: ti vorrei rubare un cielo di perle.

Gianni Morandi – Apri tutte le porte 5

Più che Gianni Morandi, sembra Little Tony! Se i colleghi over Zanicchi e Ranieri, puntano sulla tradizione, Morandi propone un brano decisamente più vivo senza però convincere. Il sodalizio con Jovanotti, porta all’eterno ragazzo l’ennesima canzone stornata. Verso cult:  l’abitudine è una brutta bestia, un parassita che lentamente infesta.

Matteo Romano – Virale  6–

Usa il linguaggio della generazione Z in una canzone dallo schema abbastanza semplice e immediato. Ha una elevata carica emotiva che appare distonica rispetto al testo. Verso cult: l’amore appare, va in tendenza e risale diventa virale.

Le Vibrazioni – Tantissimo 5 +

Il gruppo non spiazza, proponendo un rock nel loro stile, non poi così all’avanguardia. Verso cult: Ma di profilo c’è il tuo seno che mi vuole.

Fabrizio Moro –  Sei Tu  6 –

Canzone d’amore “parlata” riconducibile perfettamente al repertorio di Moro. Manca la zampata. Verso cult: Sei tu che mi inietti nel sangue il destino.

Elisa – O forse sei tu 6 1/2

Brano romantico e delicato, ma da Elisa era lecito attendersi qualcosa che fosse quanto meno all’altezza dei suoi successi più recenti. Altrimenti, che senso ha tornare a Sanremo?  Verso cult: sarò, tra le luci di mille città, tra la solita pubblicità,

Ditonellapiaga e Rettore – Chimica  5 1/2

Sonorità elettroniche dance e un ritornello che si ripete all’impazzata. Il fare provocatorio della Rettore è tutto sommato tranquillizzante.  Frase cult: Delle suore me ne sbatto totalmente.

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia 6 –

Un brano sofisticato, recitato e urlato, come fossimo in un melodramma. Verso cult: e il buio senza parole in cui nuda di rabbia

Tananai – Sesso Occasionale 6 1/2

Canzone d’amore sfrontata e senza fronzoli. Un buon arrangiamento e un alto tasso di ballabilità. Verso cult: Baby ritorna da me  e metti via quella pistola.

Ana Mena – Duecentomila Ore 6

Il testo fresco e banalotto c’è ma le sonorità latine sono più avvolgenti rispetto ai tormentoni che l’hanno fatta conoscere al pubblico italiano. Verso cult: poi mi hai distratta vendendomi un’altra bugia.