Renato Zero “ricoverato nel reparto femminile”, il retroscena di Roberto D’Agostino

15 Ott 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Roberto D'Agostino Renato Zero

Roberto D’Agostino fra le pagine del Corriere della Sera ha raccontato aneddoti che possiamo vedere anche nel suo documentario, Roma Santa e Dannata, realizzato con Marco Giusti. Il fondatore di Dagospia nel corso della chiacchierata con Aldo Cazzullo ha parlato anche di Renato Zero.

A cavallo fra gli anni ’70 e gli anni ’80 – quando internet non c’era e Dagospia non esisteva – Roberto D’Agostino e Renato Zero erano amici e frequentavano insieme vari locali della Capitale come il Piper.

“Il post-discoteca consisteva nel salire nella 500 di un amico, dotata di mangiadischi, e girare senza meta per il centro di Roma. Scombussolata dal ritmo di Satisfaction”. – Ha raccontato Roberto D’Agostino – “L’auto non rispettò l’incrocio di via Sicilia, alle spalle di via Veneto. Il crash fu pauroso. Ancor di più il posto dove fu sbattuta la 500: in mezzo alle bare delle pompe funebri Scifoni, negozio dotato di ampie vetrate che andarono in frantumi. Con la testa rotta, il volto bucherellato di vetri, io e Renato fummo portati al Policlinico Umberto I”.

Renato Zero “ricoverato nel reparto femminile”

Ed è qua, al Policlinico Umberto I, che i medici scambiarono Renato Zero per una donna ricoverandolo nel reparto femminile.

“Io al reparto maschile, lui a quello femminile. Cominciai ad urlare che Renato aveva il p1sello ma gli infermieri non potevano credere che quella creatura bellissima, magrissima, capelli lunghissimi e addobbata di una tutina di lurex fosse un ragazzo”.

Altri anni, altra epoca. Ecco come era Renato Zero negli anni ’70, qua in un poster del magazine per ragazze Ragazza In (il “nostro” Cioè, per intenderci).

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