LGBT

Ragazzi mascherati adescavano gay poi li aggredivano: arrestati e condannati

Anthony Festa 10/06/2025

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Le app di incontri sono utili, soprattutto per le persone non etero, che grazie a queste applicazioni conoscono da subito l’orientamento del loro interlocutore e possono anche conoscere partner che difficilmente avrebbero incrociato nella vita reale. Spesso grazie a Grindr e le altre app sono nate storie d’amore, altre volte serate più o meno memorabili, ma i pericoli sono sempre dietro l’angolo, ne è un triste esempio la storia di Alessandro Coatti, che ha perso la vita in Colombia dopo aver accettato un incontro on line. Senza che finisca necessariamente in tragedia, ci sono molte altre situazioni spiacevoli che possono capitare se non si presta la giusta attenzione quando si usano siti, forum e app ed è il caso dei ragazzi mascherati che lo scorso autunno hanno aggredito e derubato almeno due vittime adescate su una chat gay.

Arrestati i ragazzi mascherati che adescavano uomini omosessuali.

A seguito di una complessa indagine, lo scorso novembre i carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Cesenatico hanno individuato e arrestato la banda che per diverso tempo ha adescato uomini gay su internet, poi poi derubarli e aggredirli. I tre componenti della banda sono un 21enne italiano, un 24enne di origine marocchina e un 21enne senegalese, tutti incensurati e residenti a Rimini, che però hanno commesso i colpi a Sala di Cesentico e Longiano.

A sette mesi dall’arresto è finalmente arrivata la condanna. In tribunale è emerso che i rapinatori individuavano le vittime su una chat specifica, con loro iniziavano a parlare per poi dare appuntamento in zone molto isolate e rigorosamente di notte. Una volta arrivati nei luoghi degli incontri gli uomini si trovavano davanti a dei ragazzi mascherati (gli aggressori indossavano le maschere di Guy Fawkes rese famose dal fumetto e dal film V per Vendetta), poi venivano incappucciati, legati con fascette auto bloccanti e picchiati selvaggiamente e per finire scattava la rapina. Stando alla ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine, le vittime venivano caricate in auto, portate ad un bancomat e costrette a prelevare soldi, tutto ovviamente sotto la minaccia di altre botte e di essere lasciate a piedi in un posto isolato e senza il telefono, che nel frattempo era già stato rubato.

Ieri la Gip Elisabetta Giorgi, ha condannato i tre delinquenti a 6 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese e al risarcimento del danno delle parti offese.

Quello che spaventa è che quello di Cesenatico e Longiano non è un caso isolato, a Caserta nel 2020 tre minorenni hanno dato appuntamento a un ragazzo tramite app e l’hanno picchiato, sequestrato e rapinato, stesso copione per uno zio e suo nipote, che a Roma tre anni fa hanno adescato diverse vittime. Il caso più noto è forse quello del 2023, quando a Milano tre giovani hanno rapinato ben undici coetanei grazie a incontri pianificati su una nota app.

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