Perché è saltata la trattativa tra Barbara d’Urso e Rai: “Stava per firmare”
10 Ago 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti
Dopo la fine del contratto di esclusiva che legava Barbara d’Urso a Mediaset, tutti hanno pensato ad un arrivo sicuro di Carmelita in Rai, che da un anno ha perso diversi volti di punta e che quindi avrebbe anche avuto bisogno di nomi forti come quello della conduttrice di Pomeriggio 5. Eppure così non è stato e molti si sono chiesti il motivo. Va aggiunto che ogni volta che un settimanale o un sito parlava di un possibile ritorno della presentatrice in Rai, la dirigenza smentiva in maniera tempestiva, con una velocità mai vista prima.
Stamani Il Foglio ha rivelato che delle trattative tra la conduttrice e la tv di stato c’erano davvero, ma che tutto si sarebbe interrotto per un motivo ben preciso: “Barbara D’Urso, volto Mediaset, stava per firmare per la Rai, ma questa Rai non è riuscita neppure a fare uno sgarbo a Mediaset“.
Il noto quotidiano ha anche fatto sapere che Meloni e Lega avrebbero pensato di privatizzare una parte della Rai. Per il momento Rai, Mediaset e governo non hanno commentato la notizia pubblicata su Il Foglio.
Secondo Il Foglio, Barbara D’Urso stava per firmare per la Rai, ma qualcuno ha interrotto le trattative per non fare uno sgarbo a Pier Silvio Berlusconi.
Intanto Meloni e la Lega ragionano su privatizzare una parte della Rai, con l’entrata di azionisti nel capitale.
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— Cinguetterai (@Cinguetterai) August 10, 2024
Barbara d’Urso: cosa c’è dietro alle smentite della Rai, la versione di Davide Maggio.
“Smentite non necessarie che tradiscono evidentemente preoccupazione per le conseguenze che un’operazione del genere potrebbe portare con sè. I palinsesti 2024/2025, d’altro canto, non sono ancora definiti e non dovrebbe potersi escludere nulla con certezza. Le preoccupazioni che desterebbe una prima serata nelle mani di Carmelita sono molteplici: potrebbe significare andare allo scontro in un sol colpo con l’editore del principale competitor e con il volto più potente della TV italiana. Ma lo scontro potrebbe essere anche di natura politica (l’editore del principale competitor della Rai ha una rilevanza non trascurabile): agitare le acque in quella coalizione che lo ha nominato potrebbe minare degli equilibri già precari. E l’AD tale vorrebbe rimanere nonostante un annunciato scambio di poltrone con il direttore generale”.
