Nikita spiega perché il suo corso motivazionale non è gratis
30 Set 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti
Nikita Pelizon in questi giorni è finita al centro di una polemica per aver messo in vendita un corso motivazionale basato su “libri letti e film visti”. Un corso dal valore di circa 250 euro ma chi lo ha acquistato nelle prime ore lo ha pagato in offerta 97 euro.
“97 euro che potete pagare in tre rate, vi ho messo anche la cosa delle rate per avvicinarmi a tutti voi” – ha dichiarato Nikita – “Proprio perché se si è nella situazione dove non si riesce a manifestare una realtà appagante chiaramente trovi anche delle difficoltà economiche. Quindi vi ho messo l’opzione delle rate e quindi paghereste circa 30 euro. Spero che ce li abbiate, se non ce li avete mi dispiace, ma questo percorso interiore vi porterebbe ad averli. In ogni caso è una vostra scelta personale”.
Anche la sua amica Antonella Fiordelisi l’ha presa in giro per questo suo nuovo business e per questo motivo la Pelizon ha deciso di spiegare perché non è gratis.
“Il mio progetto si rivolge unicamente alle persone che hanno deciso di intraprendere il loro percorso di crescita personale ed è per questo che non è gratis. In questi anni ho appurato che le cose che troviamo gratis online non gli diamo il giusto peso e la giusta importanza. Te lo scarichi, non spendi niente chissà quando lo vedrai”.
E per questo costa circa 250 euro.
“Per questo progetto ci ho messo anima e cuore, perché non riuscivo a rispondere a tutti i fan che mi chiedevano come facevo a essere così positiva. Ecco perché ho deciso di crearlo e questi video rimangono per sempre”.
Il corso motivazionale di Nikita Pelizon è troppo caro? La sua risposta alle polemiche https://t.co/d8BwN2eL1l
— BICCY.IT (@BITCHYFit) September 27, 2023
Nikita: “Io mental coach”
“La mental coach non ha niente a che vedere con psicologia, psichiatria, psicoterapia. Infatti, come ho sempre sottolineato se è presenta una patologia bisogna rivolgersi a uno specialista. E di questo mi dispiace che i giornali non abbiamo sottolineato questa cosa”.
