Cosa c’è dietro MasterChef, parla l’ex concorrente Dalia: “Clausole del contratto”
27 Ago 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti
Quanto c’è di vero in MasterChef, come funzionano le registrazioni e quanto è difficile partecipare a un programma del genere? A rispondere a queste domande è stata la chef Dalia ai microfoni del podcast RoofTales.
“Quanto c’è di vero in quello che vediamo in tv di MasterChef? Ehm, rifammi la domanda ma in maniera più precisa” – le parole di Dalia, concorrente dell’11esima stagione – “Noi tutti viviamo in un residence a Linate, non lontano dagli studios dove si registra ma si vive separatamente dove ognuno vive nella sua camera con la sua mini-cucina. E si registrano puntate tutti i giorni e tutto il giorno. E questo non passa, io da spettatrice non avevo capito”.
Come sbobinato dal sito televisivo BlogTvItaliana.it, Dalia ha poi spiegato:
“Le registrazioni della MisteryBox durano un giorno intero. Poi dopo c’è l’InventionTest, un altro giorno intero. E poi ci sono le trasferte, prendi l’autobus un giorno, trasferta un giorno e way back un giorno e non sei mai libero. Tant’è vero che qualcuno si era portato gli attrezzi per fare palestra e invece. […] Il tutto si registra in tre mesi se arrivi in finale. Noi iniziammo a fine maggio, venni eliminata a luglio, anche perché l’inizio è più lento in quanto siamo in tanti”.
MasterChef Italia, le parole di Dalia: “Quel programma è molto provante”
“Ovviamente quando vieni eliminato sei libero di poter tornare a casa ma non puoi dire niente a nessuno. lo poi sono andato a fare un master a Milano. Ma chi sa deve tacere. E tutto questo fino alla finale, che è solo una e non tre come qualcuno pensa, in cui passano sei mesi; un periodo in cui tu vorresti parlare con qualcuno ma più di un terapista che deve mantenere il segreto professionale non puoi. Poi te lo sogni la notte, non sai se passerai come un buono, un cattivo, non sai che personaggio sarai. Perché loro hanno talmente tanto materiale di te che. Cioè, il programma è vero, i minuti di gara sono quelli, anzi in tv è percepito più semplice di quello che sembra. Ma è tutto più difficile: è come vivere la pressione del giorno della Maturità ma ogni giorno. Tu vai li e non sai niente e devi tirare 50 conigli da un cappello solo! Il cervello ti va in fumo. Veramente. È una richiesta di sforzo celebrare continuo in un momento da sopravvivenza, perché si instaura questo senso di sopravvivenza che fisicamente è molto provante. E anche quando finisci tutto e torni nella tua quotidianità sei completamente fuori. Completamente. lo ho il feedback di più protagonisti e questo “shakeramento” ti dura un annetto”.
Il pensiero sugli chef giudici
“Quando mi chiedono come sono gli chef, io risposto che non lo so. Noi li vediamo su un palco, interagiscono con noi un po’ di più di quello che vedete ma non così tanto. E se non c’è registrazione non interagiscono con noi, se dico “ciao chef” neanche ti rispondono. Sicuramente giocano fra di loro, uno dà le tacchettate all’altro, mi stanno anche simpatici… Ma dirvi cosa ne penso forse sarebbe un po’ presuntuoso. E credo che tutto questo lo si faccia per evitare che il pubblico sia portato a pensare che ci sia un legame fra concorrenti e chef prima della trasmissione”.
In merito al contratto, Dalia ha chiuso: “Nei contratti c’è scritto che tu non puoi lavorare fino a che non c’è la fine della messa in onda. Stessa cosa sui social: nella mia edizione non potevi essere attivo sul social sino a quando non saresti stato eliminato. Né reel né social“.