LGBT
Laura Pausini: “Nel 1993 non avevo mai conosciuto un gay, cosa ho scoperto dopo”
Anthony Festa 07/12/2025

Da sempre Laura Pausini è un’alleata della comunità LGBTQ, lo ha dimostrato quando ha parlato delle discriminazioni della Chiesa, quando ha minacciato di cacciare un fan omofobo dal suo fanclub e anche quando dieci anni fa disse che non si sarebbe sposata fino a che in Italia non lo avrebbero potuto farlo anche le persone omosessuali.
Il 22 marzo del 2023, dopo ben 18 anni di fidanzamento, la cantante di Simili si è sposata e in un’intervista ha ricordato dei motivi che l’avevano spinta a rimandare la pianificazione del matrimonio: “Avevo deciso di rimandare il mio matrimonio. Ho detto ‘sposiamoci quando nostro figlio o nostra figlia saranno grandi così che potranno portare le fedi’, ma soprattutto perché in quel periodo in Italia non era possibile sposarsi se non eri etero. Io non mi sarei mai sposata se non avessi avuto gli stessi diritti dei miei più cari amici, mi sembrava un’ingiustizia. Io non mi sono sposata in chiesa, mi sono sposata come tutte le persone che si amano e hanno il diritto di farlo“.

Cosa ha capito Laura Pausini dopo aver frequentate persone LGBTQ.
In una recente intervista, Laura Pausini ha confessato che fino al 1993 aveva vissuto esclusivamente a Solarolo e non conosceva nessuna persona gay, per questo motivo aveva in testa mille domande e tante curiosità. Con La Solitudine e la vittoria al Festival di Sanremo tutto è cambiato, la star si è trasferita a Milano e ha finalmente iniziato a frequentare anche persone LGBTQ, scoprendo così la meraviglia di essere simili.
Durante la sua riflessione, la cantante ha anche spiegato che il mondo è cambiato molto negli ultimi 30 anni e che adesso sua figlia Paola non si pone le stesse domande sulla comunità LGBTQ: “Io per esempio quando sono andata via da Solarolo a 18 anni, non avevo mai conosciuto una persona omosessuale e dentro a un piccolo paese ci sono le famose leggende e i chiacchiericci, quelle voci: “Oh quello lì è così…”. Io quando sono venuta a Milano mi sono detta, ‘io lo vorrei conoscere un ragazzo gay, per vedere com’è’. Noi adesso ridiamo perché siamo abituati, ma nel 1993 non era così, a maggior ragione se venivi da un paesino e non era come ora. Poi ho scoperto che non c’era nulla di differente, anzi, erano uguali a me, perché la maggior parte degli uomini che ho conosciuto avevano i miei stessi gusti. Mia figlia invece questa cosa non ce l’ha, il mondo è cambiato e per lei – com’è giusto che sia – è tutto così normale“.








