Gabriella Germani verso il Festival di Sanremo? Lei risponde a modo suo

02 Gen 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Gabriella Germani

Ci sarà anche Gabriella Germani sul palco del prossimo Festival di Sanremo 2023? Questa è stata l’ipotesi (anzi, il suggerimento) che DavideMaggio.it ha avanzato. Una proposta che la stessa attrice ha “commentato” ovviamente a suo modo.

“Il tema donne al Festival di Sanremo 2023 al fianco di Amadeus tiene banco. Oltre a Chiara Ferragni e Francesca Fagnani, sono attese altre presenze femminili sul palco del Teatro Ariston e Davide Maggio lancia la proposta: Gabriella Germani all’Ariston. – si legge sul sito – La migliore tre le imitatrici italiane (non ce ne vogliano le altre!) sarebbe perfetta a Sanremo, in una vetrina per giunta più che giusta per riconoscerle un indiscusso talento. Alla proposta, la Germani ha deciso di rispondere a Davide Maggio regalando nuove perle del suo vasto repertorio: imitando proprio Francesca Fagnani, già annunciata da Amadeus, e il premier Giorgia Meloni, oltre ad uno dei suoi cavalli di battaglia, Mara Venier. Tre performance via social che già meriterebbero il biglietto per l’Ariston”.

Cosa deciderà di fare Amadeus?

 

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Gabriella Germani: “Mi vergognavo a imitare”

Fra le pagine del Corriere, la Germani ha così ricordato i suoi esordi.

“Da bambina ho iniziato a imitare gli amici dei miei genitori, quelli che venivano a cena. A scuola è stata la volta degli insegnanti. Era un istinto, ma mi sono anche sempre un po’ vergognata… la consideravo una cosa poco femminile. Eppure non mi trattenevo: imitavo Verdone, Vianello, Beppe Grillo. In realtà ancora adesso mi capita di dirmi, mentre imito qualcuno: ma che sto facendo? Io non avevo mai pensato nella mia vita di fare le imitazioni per lavoro. Mi sono laureata in Giurisprudenza, volevo fare l’avvocato penalista. Poi un giorno, per scherzo, ho partecipato a un programma, Sotto a chi tocca, in cui ci si proponeva come comici e imitatori. L’ho vinto. Mi chiesero subito dove lavorassi, ma la mia risposta fu: no, io non lavoro, faccio l’università”.

 

 

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