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Fabrizio Corona fa un elenco, nomi di 100 ragazzi in Procura: “Testimonianze contro Signorini”
Anthony Festa 23/12/2025

Con più di mezz’ora di ritardo, martedì mattina del 23 dicembre 2025, Fabrizio Corona si è presentato in Procura a Milano per l’interrogatorio da lui richiesto sul caso di Alfonso Signorini e le accuse che gli sono state rivolte nel programma Falsissimo. L’ex re dei paparazzi sia prima che dopo l’interrogatorio con il pm Alessandro Gobbis e gli investigatori della Squadra mobile della Polizia, si è fermato a parlare con i cronisti presenti al Palazzo di Giustizia e ha rilasciato loro delle dichiarazioni molto forti.
Stando alle parole del 51enne, nei prossimi giorni ben due ragazzi denunceranno Alfonso Signorini: uno è Antonio Medugno, mentre l’altro non vuole ancora farsi avanti pubblicamente. Fabrizio Corona ha anche dichiarato di aver fatto i nomi di altri 100 ragazzi che gli avrebbero scritto, con delle testimonianze su presunti rapporti interpersonali con Alfonso Signorini: “Per pochi minuti ho parlato della denuncia che mi ha fatto Signorini, ma verrò archiviato, poi sono stato più di un’ora a parlare di Alfonso e di quello che ha commesso, di tutti i suoi giri e delle sue amicizie. Secondo me tra qualche giorno gli bussano a casa e troveranno materiale allucinante. Se gli prendono il cellulare a Signorini trovano Sodoma e Gomorra. Se ho fatto dei nomi? Certo! Quante testimonianze di ragazzi ho raccolto? Più di cento“.
Fabrizio Corona e l’elenco di ex gieffini o aspiranti concorrenti del GF.
Non solo le testimonianze raccolte per mail, secondo FanPage, il padre di Falsissimo avrebbe anche fornito al pm un elenco con i nomi dei gieffini o aspiranti tali, che secondo lui avrebbero ricevuto messaggi ambigui da Signorini: “Non ha tenuto nulla per sé. Alla Procura ha consegnato l’elenco degli aspiranti concorrenti del Grande Fratello che, secondo lui, avrebbero ricevuto messaggi espliciti dal conduttore. Nomi precisi, circostanze dettagliate, materiale che gli investigatori potranno verificare. Non più solo le accuse generiche lanciate in “Falsissimo”, ma un dossier strutturato che i pm Alessandro Gobbis e Letizia Mannella dovranno necessariamente valutare“.
Da oggi questo caso si allarga ufficialmente, non più solo Antonio Medugno, ma presto verranno fuori i nomi di altri ex concorrenti del GF, o ragazzi che hanno provato ad entrare nella casa più spiata d’Italia. Uno di questi ex gieffini potrebbe essere lo stesso che Fabrizio Corona ha contattato nell’ultima puntata di Falsissimo, ma che ha negato tutto.
“Sono stato più di un’ora a parlare dei reati commessi Alfonso Signorini, secondo me nel giro di cinque giorni gli busseranno a casa e quando gli faranno la perquisizione gli troveranno materiale allucinante”. Così Fabrizio Corona dopo essere stato ascoltato per oltre un’ora dai… pic.twitter.com/c2zBa30Vpf
— Repubblica (@repubblica) December 23, 2025
L’intervento del Codacons.
Così come in passato è successo per il televoto, o per alcune dinamiche forti avvenute nella casa del Gf e del GF Vip, il Codacons è tornato ad occuparsi del reality di Canale 5. Dopo le accuse lanciate a Falsissimo, l’associazione per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori ha deciso di presentare un esposto alla Procura di Milano per vederci chiaro sul sistema di casting che poi portava all’ingresso nella casa del Grande Fratello.
“Sulla vicenda che ha visto in questi giorni protagonisti Fabrizio Corona e Alfonso Signorini il Codacons, congiuntamente all’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, nonché all’Agcom e al Garante per la privacy, chiedendo di fare chiarezza sulle notizie emerse nelle ultime ore.
Una segnalazione – spiegano le due associazioni – formulata nell’esclusivo interesse degli utenti dei servizi media-audiovisivi, degli aspiranti partecipanti a programmi televisivi di intrattenimento e, più in generale, dell’interesse pubblico alla trasparenza, correttezza e legalità del sistema radiotelevisivo nazionale.
“Secondo quanto riportato da numerosi organi di informazione, sarebbero emerse accuse pubbliche circa l’esistenza di meccanismi opachi nei processi di casting di programmi reality, caratterizzati dall’ utilizzo di contatti diretti e informali tra soggetti apicali del sistema televisivo e aspiranti concorrenti; dalla commistione tra sfera professionale e relazioni personali nonché dal potenziale condizionamento delle possibilità di accesso ai programmi in assenza di criteri di selezione formalizzati, trasparenti e verificabili – si legge nell’esposto del Codacons – Le circostanze richiamate dalle notizie di stampa arriverebbero ad assumere rilievo congiunto sotto il profilo della regolazione del settore audiovisivo e della protezione dei dati personali. Sotto il primo profilo, parrebbe opportuno evidenziare come i fornitori di servizi media audiovisivi siano tenuti, ai sensi del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (D.Lgs. n. 208/2021), al rispetto dei principi di correttezza, trasparenza, lealtà e responsabilità editoriale, in ragione dell’impatto sociale dei contenuti diffusi e della funzione di interesse generale svolta dal mezzo televisivo. Tali principi non possono ritenersi circoscritti alla sola fase di messa in onda del prodotto audiovisivo, ma devono necessariamente estendersi anche alle fasi di ideazione, produzione e selezione dei contenuti e dei soggetti che vi partecipano, incluse le procedure di casting”.
“In un contesto caratterizzato da una marcata asimmetria di potere tra selezionatori e aspiranti partecipanti, il rispetto della normativa privacy assume un rilievo rafforzato, poiché il rischio di condizionamenti indebiti o di utilizzi distorti dei dati personali risulta oggettivamente accentuato. Ne discenderebbe, dunque, la necessità di verificare se le procedure di casting adottate prevedano presidi organizzativi adeguati, separazione tra canali personali e istituzionali, tracciabilità delle comunicazioni e piena consapevolezza degli interessati circa le modalità di trattamento dei loro dati”.
Per tali motivi Codacons e Assourt hanno chiesto anche alla Procura di Milano di verificare la sussistenza di eventuali ipotesi penalmente rilevanti, considerato che “le circostanze rappresentate dalla stampa – ove confermate – potrebbero astrattamente evocare profili di rilievo penale, in particolare in relazione all’eventuale abuso di posizione o di relazioni di potere; alla possibile lesione della libertà di autodeterminazione della persona nonché a condotte idonee a integrare fattispecie penalmente rilevanti”.








