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Evoluzione di Sanremo, cosa cambierà: parla il sottosegretario alla cultura
Anthony Festa 18/07/2025

Da quando il TAR della Liguria ha deciso che il comune di Sanremo avrebbe potuto organizzare una gara pubblica (aperta a qualsiasi emittente) per l’assegnazione del Festival di Sanremo, c’è stato un mezzo terremoto e le crepe con la Rai sono state ben visibili a tutti. Come se non bastasse il comune ligure ha anche avanzato delle nuove pretese, dal 30% extra sullo sfruttamento del marchio all’aumento della percentuale sugli introiti pubblicitari. E se da una parte Sanremo ha spinto per avere più margine sui guadagni, dall’altra le case discografiche hanno strattonato la Rai chiedendo spazi più adeguati ad un evento così grande, il Teatro Ariston infatti non è più abbastanza grande e Sanremo è relativamente piccola e le strutture ricettive non riescono a coprire l’altissima domanda di quel periodo. Tutto questo porterà probabilmente ad un’evoluzione del Festival della Canzone italiana, che potrebbe diventare itinerante e toccare diverse città nei prossimi anni.
Secondo Il Messaggero la Rai avrebbe già valutato altre location e sarebbe anche in contatto con le amministrazioni di diverse città. In pole position ci sono la Versilia con Viareggio, ma anche la costiera Amalfitana, ma poi la costa adriatica con Rimini in testa.
Un’evoluzione per il Festival di… Sanremo, parla il sottosegretario alla cultura.
Non solo quotidiani e settimanali, delle possibile rivoluzione del Festival della Canzone Italiana ha parlato anche Gianmarco Mazzi, il sottosegretario alla Cultura, che a Adnkronos ha ammesso che potrebbero arrivare dei grandi cambiamenti per la kermesse, che in futuro dovrebbe avere un’estetica più moderna e internazionale: “Credo che per la prima volta si stia veramente pensando a un altro format. Penso che gli eventi abbiano un loro corso storico, anche se le origini non si possono mai dimenticare. Però ci sono tanti modi di festeggiare un’origine, pur dando un’evoluzione ad un evento. Tra l’altro, non rivelo un segreto se dico che la comunità della musica e degli artisti spinge per questo, spinge per arrivare a un evento diverso. Cosa cambierà? Parliamo di uno show che dovrebbe diventare molto più partecipato, più internazionale, che abbia un’estetica molto più grande e contemporanea. Dico questo da ciò che intuisco e dai segnali che intercetto. Chiaro che Sanremo nell’immaginario resterà sempre Sanremo ma non è detto che non si possa modificare“.
Mazzi non è solo un uomo delle istituzioni, ma conosce benissimo la macchina del Festival, visto che è stato direttore artistico nel 2005 e 2009 con Paolo Bonolis, nel 2006 con Giorgio Panariello, nel 2010 con Antonella Clerici, nel 2011 e 2012 con Gianni Morandi e poi ha lavorato anche con Amadeus.
Sanremo potrebbe aver tirato troppo la corda con la Rai.
#Sanremo2026? «Credo che per la prima volta si stia veramente pensando a un altro format. La comunità della musica e degli artisti spinge per arrivare a un evento molto più partecipato, più internazionale, che abbia un’estetica molto più grande e contemporanea»
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— Cinguetterai (@Cinguetterai) July 18, 2025