Cremona, la follia omofoba di un prete durante la messa: “I gay sono malati, hanno problemi fisici e psicologici”

Omelia omofoba per un prete della provincia di Cremona.

06 Nov 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo la marcia indietro del Vaticano in merito alle presunte parole di Papa Francesco sulla comunità LGBT, adesso dalla provincia di Cremona arrivano le parole choc di un prete sull’omosessualità. Durante una messa celebrata a metà ottobre, il parroco di Agnadello (Cremona), don Mario, ha vomitato una serie di follie omofobe, dichiarando anche che per un po’ di soldi “certe associazioni” sono pronte a dire che l’omosessualità non è una malattia.

“Certe associazioni dicono che l’omosessualità non è una malattia, ma basta pagare e dicono quello che si vuole. Sappiamo bene come le lobby degli omosessuali siano fatte da gente danarosa. Io da cristiano dò a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare. Perché a quel punto riconosco a quest’ultimo la sua autorità quando è corretta e legittima. Quando risponde ai disegni universali e considera l’uomo per quello che è, tenendo conto di quello che il Signore ci ha rivelato”.

A prova del fatto che il prete in questione non si era affatto espresso male, don Mario in una recente intervista si è scagliato anche contro il ddl Zan.

“Gironzola nei meandri del Parlamento l’ipotesi di una nuova legge. Legge secondo cui affermare che l’omosessualità non è corretta, o addirittura un’eresia stratosferica o una malattia sarà reato penale, si andrà in galera. Ma per me è sbagliata perché è contro la logica: c’è un problema fisico o psicologico dietro. Per carità, sono persone a cui voler bene, non certo da emarginare, ma vanno aiutate”.

Immediata è arrivata la replica di Lorenzo Lupoli, presidente di Arcigay Cremona, che è stato fin troppo educato con il prete.

“Purtroppo siamo abituati sia come cittadini omosessuali sia come rappresentanti di associazioni a sentire prese di posizioni di questo tipo. Perché queste convinzioni sono ancora diffuse in una parte della chiesa cattolica. Don Mario nel suo ruolo fa quello che dice la sua coscienza. L’Organizzazione mondiale della sanità già dal 1990 ha depennato l’orientamento omosessuale dalle patologie del manuale diagnostico degli psichiatri, descrivendo come variante naturale dell’orientamento sessuale. Non c’è una normativa che legifera su terapie riparative, cui immagino che il sacerdote si riferisca quando parla di “aiutare” i gay. Magari lo dice in buona fede ma queste affermazioni, che possono scivolare addosso a persone già strutturate, possono invece fare danni su chi non ha ancora strumenti per avere una consapevolezza sul proprio orientamento o su quello di un figlio, è pericoloso: ci sono ragazzi che tentano il suicidio”.

È davvero esilarante che ad accusarci di avere problemi psicologici sia una persona che crede in uomini con le ali, demoni con la coda, figli di divinità che vengono concepiti da donne vergini e che resuscitano, persone che campano 969 e 950 anni (Matusalemme e Noè) di cui parla durante i suoi folcloristici rituali, fasciato in abiti degni del Met Gala.

Il coraggio.

Fonte: Gay burg e PrimaTreviglio

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