Circeo, la sorella di Rosaria Lopez contro la fiction Rai

15 Nov 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Circeo

Oltre la fortunata serie sull’omicidio di Elisa Claps, la Rai in queste settimane sta trasmettendo anche la fiction sul massacro del Circeo dove perse la vita Rosaria Lopez.

Il fatto, che sconvolse la Roma bene e l’opinione pubblica, risale al 1975 quando Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghiro torturarono due ragazze: la 19enne Rosaria Lopez, che perse la vita e la 17enne Donatella Colasanti, che riuscì a sopravvivere perché si finse morta.

Fra le pagine del Fatto Quotidiano, Letizia Lopez, sorella di Rosaria, si è scagliata apertamente contro la fiction Rai accusandola di essere stata scritta “con molta fantasia”.

“Non so a cosa servirà questo film, ormai lo hanno fatto. Stanno raccontando la nostra vita, e non siamo stati chiamati a dire com’erano andate le cose. Non si può farlo solo con gli atti del tribunale. C’è della fantasia, era giusto così, non avendoci incontrati. Non contiamo nulla, non siamo stati informati se non a cose fatte. Perché va in onda adesso? Solo perché c’è la Giornata contro la violenza sulle donne?”.

Circeo, Letizia Lopez contro i tre assassini

Letizia Lopez si è poi scagliata contro Gianni Guido, che ora lavorerebbe alla Caritas.

“Lavora alla Caritas come se nulla fosse. Chi ce lo ha messo lì? Da chi è sostenuto? Se al suo posto ci fosse stato mio fratello, stia certa che non lavorerebbe alla Caritas ma noi siamo della Garbatella, eravamo il popolino. Quelli erano figli di papà appoggiati dalle istituzioni”.

Così come su Andrea Ghiro, dichiarato morto, ma la cui dipartita lascia molti dubbi. L’uomo, infatti, non ha mai scontato un giorno di carcere dandosi alla latitanza in Spagna. “Voglio le prove della sua morte, perché il risultato del DNA di quella riesumazione è secretato?“. E su Angelo Izzo: “Il suo diario? Non l’ho letto e non lo leggerò. Quel libro lo ha scritto una giornalista, mi pare. Non mi interessa, la gente campa sulle nostre disgrazie. Della nostra sofferenza non importa a nessuno. Sono tutte fandonie“.

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