LGBT

Affitto rifiutato perché gay, la storia di Luca: “Ecco la chat”

Anthony Festa 20/09/2025

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Come se non bastassero le aggressioni e le quotidiane discriminazioni che subiscono le persone LGBTQ, nel nostro paese per un ragazzo gay è difficile anche solo affittare una casa o una stanza. Solo un mese fa il signor Benito a Roma ha affisso un cartello molto chiaro: “Affitto, ma niente gay, stranieri e cani“. Una cosa simile, ma più subdola è capitata a uno studente di 21 anni, Luca Mariotti. Il giovane nei giorni scorsi si è imbattuto in un annuncio per un posto letto in una stanza doppia a Milano, per la cifra di 420 euro e ha subito scritto al numero di telefono fornito sulla pagina in questione. Luca si è presentato e ha chiesto se fosse necessaria una cauzione, il suo interlocutore però ha replicato con una strana domanda: “Sei gay?“. Dopo la risposta affermativa del 21enne, il proprietario di casa ha tagliato corto dicendo che il posto letto era già stato affittato.

Niente affitto per Luca: “Sei Gay? La stanza non è più disponibile”.

Se non si fosse trattato di discriminazione, la persona che ha messo in affitto la camera avrebbe immediatamente informato Luca che quel posto non era più libero. Lo studente ai microfoni di Fan Page si è detto certo che dietro a quei messaggi ci sia dell’omofobia.

“Avevo l’intenzione di cercare un affitto per trasferirmi a Milano, principalmente per inseguire il sogno nell’ambito moda. Mi sono imbattuto in questo annuncio, su questo portale. A primo impatto mi ero interessato, più che per la casa in sé, proprio per una questione di prezzo che era molto accessibile. Ho scritto al proprietario e lui mi ha risposto in meno di 5 minuti. Avevo scritto se questa stanza fosse disponibile e, nel caso, se bisognava dare una cauzione. Lui, ancora prima di rispondermi e dirmi sì o no, mi ha chiesto se io fossi gay. Ho pensato che quella domanda fosse dovuta dalla mia foto e profilo di WhatsApp, magari con una posa un po’ diversa da quella che è solito vedere. Ho cercato anche di pensare a tante altre cose e non sono riuscito a rispondermi sinceramente. Dopo che io ho la sua domanda, gli dico sì – perché io non lo nascondo, nel senso che sono abbastanza libero su questa cosa – lui improvvisamente prosegue nel dirmi che la stanza era già affittata, senza neanche sapere che tipo di lavoro facessi o che tipo di persona fossi. Penso che se non fosse stata una scelta discriminatoria me lo avrebbe potuto dire fin da subito che la stanza era già occupata, senza il bisogno di chiedermi appunto cosa mi piacesse. Sicuramente ho provato un attimo di rabbia e per un momento mi sono sentito io sbagliato. Non mi è mai successo, ho subito valanghe di prese in giro, offese, bullismo, ma una cosa così mai, d’altronde lui mi stava offrendo un servizio che io avrei pagato, quindi non capisco cosa gli importi se sono gay. Adesso è successo me, chissà quante altre persone si sono sentite dire un “no” solo per una propria scelta di vita. Magari ci sono io che ho il coraggio di parlarne, ma ci sono tantissime altre persone che lasciano scorrere o fanno finta di niente, proprio perché magari stanno male, si sentono sbagliati e non voglio più che sia così”.

Questo purtroppo non è un caso isolato, una storia simile l’hanno raccontata anche William e Michael (coppia di Milano), ma è successo anche a Carlos e il suo compagno ad Arezzo. Oltre all’omofobia però un altro problema è che 420 euro per un posto letto in una stanza doppia ormai siano ritenuti “un prezzo accessibile” o normale a Milano.

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