Wanna Marchi dopo aver visto il suo documentario su Netflix porta in tribunale un protagonista

02 Ott 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Wanna Marchi

Wanna Marchi è da giorni fra i primi posti dei prodotti Netflix più visti grazie al suo documentario, Wanna, che racconta la nascita, l’ascesa, la discesa e il fallimento della sua società.

Anche in questa occasione né Wanna MarchiStefania Nobile si sono dimostrate pentite o dispiaciute di quello che hanno fatto, sottolineando come ai cogli0ni vada messo in quel posto.

Intervistata da Il Fatto Quotidiano, Wanna Marchi ha dichiarato di aver visto il prodotto finito solo una volta uscito su Netflix e che trascinerà uno dei protagonisti apparsi in video in tribunale.

“Hanno tralasciato gli aspetti più importanti, ma è fatta bene; in certi momenti mi sono sentita quasi male, soprattutto per le testimonianze fasulle. Esempio: a un certo punto l’avvocato della parte civile sostiene che il mio legale mi ha invitato a piangere davanti al giudice. Barbone di merda! Lo porto in tribunale”.

Anche Stefania Nobile fra le medesime pagine si è lamentata di alcune testimonianze, soprattutto quelle fatte in anonimato contro di loro.

“Questa gente che parla incappucciata, camuffata: non siamo mica in un film di camorra; mica c’è qualcuno che minaccia o spara. Qualche storia di camorra è ventilata. Ma per favore! Tutto nasce dai servizi di Striscia la Notizia spinti dal marchese Attilio Capra De Carrè. Comunque l’obiettivo principale era colpire noi per poi sconfiggere le tv commerciali”.

Wanna e Stefania possono piacere come no, ma hanno scontato la loro pena ed ora sono a tutti gli effetti due donne libere. Seppur non pentite, a livello legale hanno pagato. Nel bene o nel male le due hanno scritto una pagina della televisione italiana.

 

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