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Vera Luna: la verità sulla canzone Aprimi del 1967

Fabiano Minacci 04/08/2025

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L’estate 2025 sarà ricordata per l’assenza di tormentoni, ma la canzone di Vera Luna potrebbe essere la svolta.

Chi bazzica il mondo di TikTok probabilmente già la conosce perché è diventata virale in pochi giorni e… molti ci credono. Al grido di “ora i nostri genitori si lamentano dei trapper, ma guardate cosa ascoltavano da giovani“, tanti utenti stanno condividendo il singolo di debutto di tal Vera Luna dal titolo Aprimi. Una canzone dalle sonorità anni ’60 e dal testo super volgare. Ovviamente si tratta totalmente di intelligenza artificiale dato che non è mai esistita nessuna cantante con quel nome né tantomeno è mai esistito un sottobosco soft-eros nel mondo della musica, ma ovviamente non tutti lo sanno. A realizzare questa parodia è stata la pagina Cantoscena che ha messo su un progetto da applausi. Questa è la descrizione della cantante e del singolo.

Chi è Vera Luna?

Per inaugurare la pubblicazione del catalogo di Cantoscena, abbiamo voluto rendere omaggio a Vera Luna – una delle figure più emblematiche dell’intera storia di questo movimento artistico – con quello che è forse il suo brano più audace, e senza dubbio il più rappresentativo. Attiva durante gli anni d’oro di questa avanguardia musicale, tra gli anni ’60 e ’70, l’artista originaria del Trevigiano si è sempre distinta per l’eccellente tecnica vocale, i contenuti provocatori e un lirismo ad alto tasso erotico. Il brano, registrato nel 1967, fu immediatamente censurato senza possibilità di appello, bandito dalle radio e mai distribuito nei negozi di dischi. Musicalmente, si presenta come una ballata mid-tempo tipica dell’epoca, arricchita dall’arrangiamento orchestrale di Sergio Vastorini, detto The Wiz. Il testo, scritto dalla stessa Vera Luna (all’anagrafe Silvana Zanrosso), suscitò forti polemiche all’interno di Cantoscena, spaccando il movimento tra chi auspicava un’evoluzione più soft dell’intera corrente musicale e chi, invece, difendeva la cantante rivendicando la necessità di una libertà artistica radicale. Alla fine prevalse questa seconda linea, che rifiutava ogni forma di censura sulle opere“.

Vera Luna, il progetto “Cantoscena”

Chi ha realizzato questa genialata, sui social ha anche scritto: “In Italia, nel mezzo secolo compreso tra la fine degli anni ’30 e la fine degli anni ’80, si sviluppò una scena musicale d’avanguardia di cui oggi quasi nessuno ricorda o ne sospetta l’esistenza. Questo movimento artistico, costretto sin dagli inizi a muoversi al di fuori dei circuiti riconosciuti, non si dotò mai di un nome ufficiale, ma all’interno della sua ristretta cerchia era conosciuto semplicemente come Cantoscena. Vi presero parte menti visionarie, musicisti audaci e soprattutto performer dal grande coraggio – perlopiù donne – che seppero trasformare il proprio talento artistico in voce libera, capace di cantare e raccontare l’amore come mai si era osato fare prima di allora, sfidando apertamente sia il sistema che il comune senso del pudore dell’epoca.

Nel corso degli anni, infatti, il potere – allarmato dalla carica eversiva che l’erotismo esplicito di questi brani portava con sé – fece di tutto per ostacolare gli artisti coinvolti, per sopprimere la diffusione dei loro testi e impedire che quelle canzoni raggiungessero il grande pubblico. Così, la totalità di quel repertorio fu destinato a rimanere sepolto nell’oblio per decenni, con tanto di relativa “damnatio memoriae”. All’inizio del 2025, tuttavia, un insperato colpo di scena – il ritrovamento fortuito dell’intera discografia di Cantoscena – ha mutato radicalmente il corso degli eventi, dando il via alla riscoperta di una pagina dimenticata della storia della musica e del costume italiano”.

Ovviamente Vera Luna non è l’unica cantante creata con l’AI, c’è anche tal Rossella col singolo Il Sapore Del Tuo Seme.
Non vedo l’ora che esca!

Silvana Zanrosso è stata davvero una monella dato che nel 1968 un giornalista le chiese conto del polverone sollevato col singolo e lei senza batter ciglio rispose: “Se l’opinione pubblica e i benpensanti si scandalizzano tanto, significa che ho fatto bene il mio lavoro“. Regina.

 

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