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Tommaso Cocci, si cercano impronte digitali sulle lettere: il mandante potrebbe essere uno di Fratelli d’Italia

Fabiano Minacci 02/09/2025

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La corsa al Consiglio Regionale in Toscana ha scatenato un vero terremoto all’interno di Fratelli d’Italia. Tommaso Cocci, candidato di Prato, ha infatti denunciato di essere stato vittima di ricatti dopo aver ricevuto alcune lettere anonime in cui gli veniva intimato di ritirarsi dalla corsa politica per evitare che certe accuse diventassero di dominio pubblico. Tra queste, l’aver preso parte a festini con uomini e minorenni e l’uso di sostanze stupefacenti.

Come già riportato, le lettere non sarebbero state inviate soltanto a lui, ma anche a diversi esponenti del partito sia a Prato che a Roma, tra cui la deputata di Fratelli d’Italia Claudia La Porta. All’interno dei fascicoli ci sarebbe stata anche una foto intima che Tommaso Cocci ha riconosciuto come propria e che avrebbe inviato su Instagram in un momento di debolezza.

Dopo la ricezione delle prime lettere, Tommaso Cocci non si è ritirato dalla corsa politica e così l’autore delle lettere anonime ne ha mandate altre, questa volta indirizzate al Governatore della Misericordia di Prato, al sindaco di Pisa, a quello di Poggio a Caiano e al consigliere comunale di Carmignano. Anche in queste le accuse a Tommaso Cocci erano le medesime: l’aver preso parte a festini con uomini e minorenni, l’uso di sostanze stupefacenti e – per alzare la posta in gioco – l’appartenenza alla massoneria. Quest’ultima accusa è stata confermata dal diretto interessato sostenendo però di essere ‘in sonno’ da giugno, ovvero di essere sì iscritto alla loggia massonica, ma di non farne più parte attivamente.

Tommaso Cocci ricattato con lettere anonime: la Procura apre un fascicolo

Dopo la denuncia presentata alla Digos, la Procura ha aperto un fascicolo per tentata estorsione ai danni di Cocci. Sulle lettere, inoltre, sono stati effettuati accertamenti da parte della polizia scientifica per rilevare eventuali impronte digitali della persona che gli avrebbe chiesto di ritirarsi.

La procura guidata da Luca Tescaroli sta indagando: le lettere diffuse sono sette ma non si esclude che possano esserne state spedite altre. Come scritto dal Corriere: “Lo stesso Cocci non avrebbe escluso che quanto accaduto fosse lo spurgo di una rivalità interna al partito in città”, ovvero che a mandarle sia stato proprio qualcuno di Fratelli d’Italia che vorrebbe avere un competitor in meno. A tal proposito, MowMag ha spiegato che: “i seggi sono pochi e le sedie, in Consiglio Regionale in Toscana, non saranno abbastanza per tutti, soprattutto per tutti i candidati pratesi del partito della premier Meloni. Toccherà sgomitare e la prima gomitata grossa per Tommasi Cocci è arrivata dritta sui denti“.

Il mandante potrebbe avere le ore contate e potrebbe essere incastrato proprio dalle impronte digitali.
Più che Fratelli d’Italia, Fratelli Coltelli.

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