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Svolta sul caso dei video privati di De Martino: “Fuggito in spiaggia”
Anthony Festa 09/09/2025

Ormai è passato quasi un mese da quando i media hanno rivelato l’esistenza di video privati di Stefano De Martino e Caroline Tronelli, hackerati e diffusi prima su un sito di cam e poi su altre piattaforme e canali di messaggistica privati. Sul furto dei filmati sono intervenute moltissime persone, dai legali delle due vittime a conduttori, opinionisti, esperti di informatica e giornalisti, ma adesso ha parlato anche un investigatore privato che con il suo lavoro avrebbe dato una svolta al caso.
L’avvocato Di Stefano De Martino il mese scorso ha dichiarato che verranno puniti sia gli utenti che si scambiano i video su WhatsApp e Telegram e che li conservano nei loro dispositivi, che chi ha pubblicato on line il materiale. Il legale del conduttore non ha escluso nessuna pista: “Potrebbe essere stato un hacker, ma anche un tecnico che ha tradito il rapporto fiduciario instaurato con la famiglia della ragazza e che si è approfittato di loro“. E ora forse l’investigatore privato Amedeo Pantanella potrebbe aver intercettato il paziente zero, colui che per primo ha inviato sulle app di messaggistica i filmati di De Martino e la Tronelli.
Svolta sul caso dei filmati privati di Stefano De Martino e Caroline Tronelli.
Amedeo Pantanelle in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha raccontato di essere al lavoro da tempo sul caso dei video di De Martino e di aver individuato quello che potrebbe essere il colpevole della diffusione delle clip (che ormai sono state visualizzate da migliaia di persone), un uomo che ha visto ad agosto sulla spiaggia di Diamante, in provincia di Cosenza.
L’investigatore privato ha già consegnato tutto il materiale in suo possesso alla Polizia, così da aiutare le indagini ufficiali delle forze dell’ordine: “Quando la notizia ha cominciato a circolare in molti hanno contattato la famiglia della ragazza e anche me, sapendo che mi stavo occupando del caso e che sono in contatto con lei e con Stefano. Fra gli altri mi hanno chiamato anche amici che erano in vacanza in Calabria. Eravamo alle prime ore dello scandalo, le visualizzazioni erano ancora pochissime e io, da chiunque mi chiamava per segnalarmelo, ho preteso di sapere come avevano avuto o visto quel video: per creare una specie di catena di Sant’Antonio e provare a risalire a chi per primo lo ha diffuso. Poi è arrivata la svolta. Un mio contatto che era a Diamante mi ha detto che lui non lo aveva scaricato ma copiato dal telefonino di una persona vicino di ombrellone che si vantava di averlo. In quella copia c’erano visualizzati alcuni dettagli che mi hanno fatto capire che quell’uomo poteva essere il diffusore numero uno sui social e via Whatsapp. E poi la persona che me lo segnalava mi ha raccontato cose dette da quest’uomo che mi hanno convinto ancora di più“.
La “caccia” dell’investigatore privato non è finita bene, perché l’uomo misterioso è fuggito dalla spiaggia di Diamante, una vera fuga senza pagare l’ombrellone e il conto del ristorante: “Avevo chiesto ai miei collaboratori di bloccare il soggetto e chiamare le forze dell’ordine ma deve aver mangiato la foglia ed è scappato. Sparito“. Resta però una domanda: come ha fatto questo signore a capire di essere a rischio?
In parallelo continuano le ricerche di chi ha rubato i video e li ha caricati per la prima volta sul sito di cam, ma il Corriere della Sera ha fatto sapere che il percorso per individuare i responsabili è molto complicato, visto che il dominio di quel portale è registrato alle Isole Tonga, nel Sud Pacifico.