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Stefano De Martino racconta i retroscena sui primi giorni con Belen

Anthony Festa 28/08/2025

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La storia d’amore tra Stefano De Martino sembra uscita da un romanzo Harmony, tra separazioni, ritorni di fiamma (pare ce ne sia uno in corso), tradimenti, liti, frecciatine e riappacificazioni, ma anche l’inizio di questo rapporto non fa eccezione. I due si sono conosciuti ad Amici di Maria e sono in molti a ricordare le coreografie infuocate e soprattutto la reazione di Emma Marrone (presente perché quell’anno gareggiava nella categoria Big), che in una puntata cantò anche Bella Senz’Anima.

Proprio di quel periodo ha parlato De Martino durante il suo spettacolo teatrale Meglio Stasera Summer Tour. Il conduttore di Affari Tuoi ha rammentato l’incontro con Belen: “Io ero un ragazzino, avevo 22 anni e l’ho vista, lì bellissima. Poi è nato qualcosa, ma nei primi giorni è successo un fattaccio“. Stefano ha raccontato del famoso incidente stradale, che i fan di Amici ricordano bene, perché il ballerino e la Rodriguez nella puntata del talent successiva alla caduta in moto, i due fecero il loro ingresso in studio con fasciature e cerotti.

Stefano De Martino e l’incidente con Belen.

Nel bel mezzo del suo show Meglio Stasera, Stefano De Martino ha ripercorso la giornata dell’incidente in moto con Belen. Con un po’ di ironia De Martino ha raccontato cosa è accaduto quel giorno e ha anche ammesso al pubblico quanto fosse infatuato della Rodriguez.

“Io e Belen ci stavamo frequentando veramente da tre o quattro giorni, lavoravamo in un programma assieme, e lei mi dice «Oggi, nella pausa pranzo anziché andare qui alla mensa degli studi, mi andrebbe un hamburger, mi ci porti?» Io uscivo da tre giorni con Belen, se avessi potuto gli avrei fatto l’hamburger con le mie mani. Dico «Vabbè, qual è il problema? Ti porto a mangiare un hamburger. Prendiamo la mia macchina e andiamo». Lei mi dice «No». Io dico «Ma perché non ti piace la Ford Fiesta?». Lei mi dice «No, non è per la Ford Fiesta. Magari nella macchina rimaniamo imbottigliati nel traffico, le persone ci vedono, ci riconoscono, ci fanno le foto, finiamo su tutti i giornali, ci stiamo frequentando da così poco, non mi sembra il caso». Dico «Hai ragione, non c’avevo pensato, perdonami. Ho un’idea migliore. Prendiamo la mia moto. Vedrai che col casco e con gli occhiali faremo zig zag nel traffico di Roma e nessuno se ne accorge». E così io, 22enne, salgo per la prima volta sulla mia moto con dietro Belen. Belen è dietro di me, le sue mani sono sui miei fianchi e ogni volta che accelero, lei si stringe a me.

A un certo punto accelero, guardo Belen nello specchietto retrovisore, la guardo, poi le mando uno sguardo di complicità, guardo la strada e accelero, guardo lo specchietto, lei e la strada, accelero, lo specchietto, lei e la strada, accelero e poi lo schianto contro un Ford Transit. Su uno dei vetri del retro del furgone mi ci sono rotto con la faccia. Mi ricordo solo il tonfo e la tappezzeria del Ford Transit. Riprendo conoscenza, mi sfilo il casco, mi giro, Belen è a terra, la moto è da buttare, vedo una pozza di sangue. Le chiedo subito, Belen, stai bene? Lei mi dice di si e poi mi dice che il sangue a terra era tutto mio. Dopo svengo e quando mi risveglio sono risvegliato ero a Sandro Pertini di Roma, l’ospedale più vicino a dove abbiamo fatto l’incidente. Lì scopro qual è la differenza tra la notorietà e la fama. Belen aveva un piccolo taglietto sul polso, due centimetri, due punti e fatta. La caviglia sembrava slogata, era una piccola contusione. Di fianco a lei c’erano medici, paramedici, primari, comprimari, dentisti, fisioterapisti. Io, setto nasale rotto, decine di punti di sutura sul braccio sinistro, tendine della mano lacerato, colpo di frusta, avevo il collare, ero una maschera di sangue e mi hanno messo su una sedia del pronto soccorso ad aspettare. Con me c’era un infermiere che mi teneva la mano, io lo guardo, lui mi guarda emozionato e io penso «Mi avrà riconosciuto». Lui poi mi dice «Oh ma lo sai chi ci sta di la? Belen!». Io ferito mi alzo in piedi lo guardo e dico «Lo so, è con me!»”.

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