Serena Mazzini chiude il caso della chat di Telegram: “Ecco cosa è successo”

05 Giu 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 4 minuti

Serena Mazzini

Serena Mazzini, giornalista e firma del Fatto Quotidiano, accusata dall’attivista Valeria Fonte di aver fatto parte di un gruppo Telegram in cui veniva fatto bullismo su lei e altri suoi colleghi, ha rotto il silenzio.

La Mazzini, da molti conosciuta come SerenaDoe, ha confermato l’esistenza del gruppo Telegram ma ha ridimensionato ogni accusa e tutto il racconto fatto dalla scrittrice Valeria Fonte. “Non ho abbandonato i social, ho preferito non dire nulla e lasciar parlare chi sentiva di dover dire la sua ma credo sia doveroso dire qualcosa visto che si parla da ore di me e altre persone attribuendoci fatti gravi e del tutto decontestualizzati“, ha esordito.

“Confermo l’esistenza di un gruppo Telegram composto da poche persone praticamente tutte amiche: uno spazio di confronto e conforto in cui tra i topic principali c’erano foto dei nostri animali, le ricette, spazi dedicati agli sfoghi personali o alle relazioni. Il gruppo non era stato creato da me, se questo può importare, ma ne ho fatto parte. Nel gruppo c’era anche una sezione dedicata a influencer e sharenting dove si commentava quello che succede sui social. Uno spazio descritto come omofobo e transfobico: una cosa davvero difficile da credere dato che almeno 1/3 dei partecipanti fanno parte della comunità LGBTQ+!”

“In quel gruppo? Ci scambiavamo ricette sul tofu”

“Far passare un gruppo di amici che si scambiavano ricette sul tofu come incel mi pare azzardato. Mi chiedo se tutte queste persone che ora gridano alla “call out” non abbiano gruppi simili con i propri amici. Parlo per me stessa dicendo che ho usato sicuramente i toni sprezzanti che mi distinguono, che ci sono state prese di posizione e commenti anche aspri nei confronti di alcuni post o dichiarazioni ma sempre all’interno di un gruppo privato che non aveva alcun intento diffamatorio visto che ognuno confessava i propri drammi, i propri sogni o condivideva episodi molto personali in cui ci confrontavamo insieme. Perché era, appunto, un gruppo di persone che si vogliono bene. Nessun dossieraggio: i materiali che commentavamo erano tutti presi dai social (in modalità pubblica, amici stretti o altro ma cosa cambia?). Il gruppo è stato chiuso oltre un mese fa. Un tempismo perfetto far uscire tutto ora”.

Serena Mazzini: “Il gruppo Telegram esisteva davvero, ma nessun bullismo verso nessuno”

“Ammettendo anche la possibilità di aver sbagliato, sottolineando di aver chiesto scusa a Valeria in privato, le ho specificato che mi stava scrivendo in un momento delicato perché in prossimità di un viaggio per salutare una persona a me cara che sta morendo e stanca a causa di una diagnosi medica difficile da accettare ma non ho certo affermato di avere una “malattia mentale”, al massimo che talvolta sono dissociata, (e trovo questa affermazione davvero di poco gusto) ho ribadito che sono stata ironica, sprezzante e graffiante come sempre, di essermi sfogata, ma di non aver mai denigrato o “bullizzato” nessuno, secondo la mia sensibilità e quella degli altri. Valeria “mi ha chiesto di non farlo più” e la nostra conversazione è finita. Mi chiedo dunque a cosa serva quello che sta accadendo e con queste modalità, tra chi gioisce per il mio “cadavere”, chi sale sul carro con mistificazioni e chi, lo ripeto, vuole far passare un gruppo dove le persone si raccontavano e supportavano, cercando uno spazio sicuro, come una fogna composta da bulli rancorosi”.

“C’è gente che si è amm4zzata per molto meno”

“[…] Sassolini, piccoli sassolini che si levano dalle scarpe ma che uno sopra l’altro diventano potenti come una lapidazione”. Allora mi chiedo: è questo il femminismo? È questo l’attivismo? […] C’è gente che si è amm4zzata per molto meno, fortunatamente conosco queste dinamiche”.

Serena Mazzini ha poi concluso:

“Detto ciò, continuerò a fare quello che ho sempre fatto qui sopra perché negli ultimi anni so di aver aiutato tante persone. […] Non sappiamo perché quel qualcuno abbia voluto agire così, ma io ho decine di persone che vedono quello che viene condiviso e commentano con “questa cosa non è mai successa”. Solo che noi, io, gli screen non li pubblichiamo. Inoltre mi chiedo perché continuare a condividere informazioni e dettagli privati con un così largo pubblico. Gruppo privato vs tutto il mondo”.

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