Raffaella Carrà vera icona LGBT: tutte le volte che ha combattuto l’omofobia

Per più di 40 anni Raffaella si è scagliata contro le discriminazioni.

05 Lug 2021 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Raffaella Carrà LGBT

Ieri se n’è andata una vera icona LGBT, una di quelle che da sempre è stata accanto alla nostra comunità. Raffaella Carrà parlava di omofobia e discriminazione già nel 1979 quando l’Oms ancora non aveva cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

“Vorrei che la gente smettesse di guardarli male. Sono persone normali come tutti noi. Hanno diritto al rispetto e anche a un po’ di compassione, visti i problemi sociali che devono affrontare”.

Raffaella Carrà si era anche detta a favore delle adozioni per le coppie LGBT: “Io sono cresciuta senza un padre. Era danaroso ma troppo playboy e mia madre divorziò nel 1945. Oggi, quando si parla delle adozioni a coppie gay ma anche etero, faccio un pensiero: “Ma io con chi sono cresciuta?” Mi rispondo: con due donne, mia madre e mia nonna. Facciamoli uscire i bambini dagli orfanotrofi, non crescono così male anche se avranno due padri o due madri. Io le ho avute. Sono venuta male?

Icona gay senza volerlo.

“Ho cominciato a capire il mondo gay dalla prima “Canzonissima”, quando molti ragazzi mi inviano lettere. Ho iniziato a informarmi, anche perché molte persone dei cast dove ho lavorato erano gay. Mi sono sempre chiesta ‘come’è possibile che esista questo gap tra genitori, figli amici e società di fronte a delle creature?’ Sono diventata icona gay mio “malgrado”, non ho fatto nulla: mi chiedono di essere presente a diverse sfilate e così qualche anno fa sono andata a Madrid e li ho beccati tutti. Il premio migliore per me”.

Raffaella Carrà sulla scelta di inserire una coppia di ragazzi nel suo video musicale del 2018.

Ospite di Fabio Fazio, Raffaella Carrà parlò del suo video ‘Chi l’ha detto’ e dell’omofobia che si annida ancora in tante famiglie.

“Gay si dice, si dice gay. Questa è una realtà, ho chiesto di fare il video in maniera elegante, dolce e gentile. Hanno scelto due ragazzi, ma potevano essere due ragazze. Questo è un momento molto tenero, ma c’è un problema che riguarda alcune famiglie, fortunatamente sono poche. Bisogna che le famiglie si avvicinino, perché un figlio gay è una cosa naturale. Purtroppo però ci sono ancora problemi. Ieri ho fatto un firma copie e un ragazzo mi ha detto ‘firma e chissà se riuscirò a convincere i genitori del mio ragazzo a Milano”. Quindi non è tanto risolto questo problema.”

Il saluto di Alessandro Zan.

Raffaella Carrà al World Pride del 2017.

Icona della tv, della musica e grande alleata della comunità LGBT, a Raffaella Carrà dobbiamo davvero tanto.

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