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Omofobia a Monza, titolare di un bar insulta un 17enne: “Offeso e cacciato”

Anthony Festa 11/08/2025

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A pochi giorni dalle intimidazioni omofobe contro una coppia a Trento, nei giorni scorsi c’è stato un caso analogo a Monza, che ha coinvolto il titolare di un noto bar e un minorenne. Il 17enne Edoardo si trovava in centro nella città lombarda e con le sue amiche ha deciso di sedersi in un bar. Il giovane ha dichiarato che la cameriera fin da subito non è stata molto cordiale e che dopo l’ordine avrebbe anche comunicato in modo “brusco” l’impossibilità di effettuare conti separati.

Edoardo in un’intervista rilasciata al quotidiano Prima Monza ha raccontato che i primi problemi si sono presentati con l’arrivo del conto: “Quando è tornata col resto ce lo ha letteralmente lanciato sul tavolo. Peccato che mancasse un euro e 50“. Il 17enne ha richiamato la dipendente del bar per farle notare l’errore: “Lei è uscita nuovamente, lanciandoci sul tavolo solo 50 centesimi. L’ho richiamata per l’ennesima volta e le ho fatto notare nuovamente che mancava ancora un euro e lei mi ha risposto ancora una volta bruscamente, lanciandomi l’euro sul tavolo“.

Dopo quel piccolo malinteso pare si sia avvicinato il titolare del locale, che sembra abbia difeso la sua dipendente, pur deciso però a stemperare i toni e mantenere il clima sereno. Poco dopo al tavolo di Edoardo e delle ragazze è arrivato un altro loro amico, che ha ordinato una bibita: “Vista la non proprio positiva esperienza, gli ho detto di stare attento poi al resto“.

Edoardo al quotidiano ha dichiarato che dopo la sua frase, il titolare del bar ha cambiato immediatamente atteggiamento: “Si è voltato e ha cominciato a riempirmi di parolacce e insulti anche omofobi, avvicinandosi pure troppo alla mia faccia, nemmeno fossi un suo conoscente. Mi ha detto “scemetto del ca…”, “cogl…”, “fro..o di mer….”, “ora chiamo i tuoi genitori così gli chiediamo cosa ne pensano”, intimandoci poi di alzarci e andarcene”. Il gruppetto di giovani all’inizio ha insistito per restare almeno per finire le consumazioni già pagate: “Volevamo finire di bere, ma nulla, alla fine abbiamo desistito e siamo usciti dal locale“.

La madre del ragazzo si è detta profondamente ferita per l’accaduto: “Siamo tutti scioccati da quello che è accaduto. Sono frasi inaccettabili, anche sì rivolte a un ragazzo ancora minorenne. Non si possono trattare così le persone. Un insulto omofobo non è mai solo una parola. È una ferita. È violenza. È intollerabile. Mi è successo. E succede ancora. Troppo spesso. Nel silenzio. Nella normalizzazione. Come se fosse “uno sfogo”, “una battuta”, “una reazione”. No. Non lo è. Non si urla quelle cose a un ragazzo di 17 anni. Non si può giustificare l’odio. Mai. L’omofobia è reale. L’indifferenza la protegge. Il silenzio la alimenta. Parlarne non è vittimismo. È resistenza. È necessario. Ogni persona merita rispetto. A qualsiasi età, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento. Chiunque ami“.

Sul caso di Edoardo è intervenuto anche il responsabile diritti della segreteria provinciale PD Monza Brianza, Davide Usai, che ha definito gravissimo quando accaduto, a maggior ragione perché la vittima è minorenne: “Ciò che è successo è vigliacco e inaccettabile, il nostro partito esprime totale solidarietà a Edoardo e alla sua famiglia“.

 

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Monza, il precedente del titolare del bar.

Come riportato da gay.it, il bar del racconto di Edordo in passato è stato al centro di un’altra brutta vicenda di omofobia. Nel gennaio 2019 l’allora 35 enne Matteo Brambilla ha lasciato una recensione negativa al bar di Monza: “Ottima location ma: 1) nonostante bar mezzo vuoto non abbiamo potuto scegliere il tavolo. Essendo in due ci sono stati indicati tavoli per due persone. Uno attaccato all’ingresso — rifiutato — e quindi ci siano dovuti incastrare tra due tavoli già occupati. 2) cameriere non ha risposto al nostro “grazie” quando ha portato le bevande ordinate (i mancati “grazie” e “prego” sono qualcosa che non tollero proprio). 3) nemmeno un “buongiorno/arrivederci” da parte del collega a cui abbiamo pagato il conto“.

Il titolare del bar ha risposto in modo vergognoso alla recensione di Matteo: “Io sottoscritto titolare di questa attività non ho alcun obbligo formale di augurare “buongiorno” o “arrivederci” a nessuno che lo meriti davvero. Come lei che non tollera i mancanti “grazie” e “prego”, cosa che come detto non frega a nessuno e che lascia solo una percezione incredibilmente patetica, io non tollero i cul****i, f**ci e simili, e qualsiasi devianza analoga, i quali mi fanno letteralmente rivoltare, rigurgitare. E che quindi, non ho solo interesse a non rivedere, ma non appena ne avverto la malaugurata percezione nei dintorni, mi auguri che si levino al più presto di torno. E che spariscano dalla mia vista. Vieni qui che regolarizziamo qualsiasi dettaglio da uomini, cosa di cui dubito tu possa sapere cosa significa, essere uomini, invece di nasconderti dietro un computer e coinvolgere rompendo i cog***i a qualche tuo conoscente compiacente parimenti triste e privo di qualsiasi soddisfazione nella vita. Porta tutti, che regoliamo una ad una qualsiasi regressione possano avere nel loro turbinio mentale“.

 

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