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Martina Strazzer rompe il silenzio sulla contabile incinta: “Ecco perché non le abbiamo rinnovato il contratto”
Fabiano Minacci 20/08/2025

A distanza di circa una settimana dalla polemica sulla contabile incinta a cui non è stato rinnovato il contratto, Martina Strazzer ha rotto il silenzio. Lo ha fatto con una lunga nota pubblicata sui canali social di Amabile.
“Negli ultimi giorni sono stati espressi sentimenti di delusione, rabbia e preoccupazione riguardo la decisione di non rinnovare, alla scadenza, il contratto a tempo determinato della nostra ex-collega Sara“, ha scritto Martina Strazzer.
“Amabile è un’azienda e, come tale, ha bisogno di professionalità per funzionare. Per questo selezioniamo e inseriamo diverse figure con l’obiettivo di rafforzare la struttura interna. Quando abbiamo accolto Sara, scelta tra numerosi candidati esclusivamente per le competenze da lei dichiarate, il nostro intento era costruire una collaborazione duratura. Tuttavia non sempre le cose vanno come sperato. In questo caso, a seguito di verifiche interne condotte in un momento successivo e supportate anche dall’analisi, in varie fasi, di consulenti esterni, sono emerse criticità molto più complesse e profonde di quanto avremmo potuto immaginare“.
Martina Strazzer: “Ecco perché non le abbiamo rinnovato il contratto”
“La situazione ci ha posto davanti a una scelta difficile: ignorare i problemi, oppure affrontarli assumendoci anche la responsabilità di una decisione dolorosa ma inevitabile, ossia il mancato rinnovo del contratto. Abbiamo scelto la seconda strada, perché non farlo avrebbe significato compromettere il bene dell’intera impresa e la tutela delle oltre 40 persone che ogni giorno lavorano da Amabile con dedizione e impegno.
In Amabile crediamo profondamente che la gravidanza non sia un limite: è un valore in cui abbiamo creduto e in cui continueremo a credere. Nessuna donna in Amabile dovrà mai scegliere tra l’affermarsi nel mondo del lavoro o mettere al mondo una nuova vita. Quando avevamo annunciato con entusiasmo l’assunzione di una persona in gravidanza, il nostro intento era chiarire questo principio cardine“.
Martina Strazzer ha poi aggiunto: “La nostra squadra è quasi interamente al femminile e accogliere una nascita sarà sempre motivo di grande gioia. La gravidanza non è stata né potrà mai essere un impedimento all’assunzione o alla permanenza nella nostra azienda. Comprendiamo la volontà di conoscere approfonditamente i dettagli, crediamo tuttavia che la condivisione non debba diventare un’arma, né compromettere la dignità o il futuro professionale di chi, in altri contesti, potrebbe essere una risorsa di valore“.
Martina Strazzer condivide i dati interni di Amabile
“In Amabile, ogni nuovo rapporto lavorativo ha il concreto obiettivo di essere solido e duraturo. A sostegno di queste parole, abbiamo scelto di condividere con voi alcuni dati interni, che lo raccontano meglio di qualsiasi dichiarazione“, si legge sul comunicato.
E ancora: “Dalla sua apertura Amabile ha attivato numerosi rapporti di lavoro. Ad oggi, il 77% delle risorse in forza in azienda ha un contratto a tempo indeterminato. Sono stati avviati 11 tirocini, di cui 8 trasformati in contratti successivi tuttora in corso e solo 2 non hanno avuto prosecuzione contrattuale per scelta autonoma delle tirocinanti, che hanno deciso di orientarsi verso altri percorsi. Abbiamo attivato 14 contratti di apprendistato, molti dei quali ancora in essere: 3 trasformati anticipatamente a tempo indeterminato e 1 alla conclusione naturale del percorso.
Attualmente risultano attivi 9 contratti a tempo determinato, principalmente legati al punto vendita aperto di recente. Dal punto di vista delle cessazioni, si registrano circa 14 uscite. La maggior parte è legata a dimissioni volontarie, dovute a nuove opportunità professionali o scelte personali. I casi di mancato rinnovo o mancato superamento del periodo di prova rappresentano una parte contenuta (6 risorse in totale). In tutto il periodo considerato si è registrato un unico licenziamento, motivato da atti gravi configuranti giusta causa“.
Martina ha poi concluso: “Il silenzio che ci ha accompagnati finora è stato difficile da mantenere, ma riflette la necessità di gestire la situazione nel rispetto della privacy di terzi“.
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