LGBT
Lorenzo Zurzolo nel film queer La Bola Negra
Fabiano Minacci 23/10/2025

Lorenzo Zurzolo ha solo 25 anni ma vanta già una carriera costellata di successi e premi. Negli ultimi anni ha recitato in Baby, in Prisma, in Diabolik, ma anche in M – Il Figlio del Secolo e in Squali, film con James Franco. Il prossimo anno, infine, sbarcherà al cinema con una pellicola spagnola realizzata da Javier Ambrossi e Javier Calvo (meglio conosciuti come il duo de Los Javis) dal titolo La Bola Negra.
I Los Javis molti li conoscono perché da cinque anni a questa parte fanno parte del panel fisso di Drag Race Spagna, ma sono dei bravissimi registi e nel loro nuovo ultimo film oltre Lorenzo Zurzolo hanno anche arruolato Penelope Cruz e Miguel Bernardeau di Elite.
La Bola Negra, com’è nato il film con Lorenzo Zurzolo fra i protagonisti
Il film l’ho etichettato come “gay” perché è l’adattamento di un’opera incompiuta di Federico Garcia Lorca di cui purtroppo esistono solo le prime quattro pagine e che ha come protagonista un uomo apertamente omosessuale. L’opera non fu mai conclusa perché lo scrittore venne ucciso, ma a quanto pare è stata terminata proprio dai Los Javis. La Bola Negra è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes, le riprese – durate dodici settimane fra Madrid e varie location all’estero – è stato registrato quest’anno e uscirà al cinema nel 2026. Al momento non sappiamo chi interpreterà Lorenzo Zurzolo, né tantomeno se anche qua vestirà i panni di un ragazzo non etero come già fatto in Prisma. Nel dubbio, qualche giorno fa ha recitato un monologo a Le Iene e se volete recuperarlo, premete qua.
Javier Calvo, in una recente intervista, ha così parlato de La Bola Negra. “Scrivere questo film è stata un’esperienza intensa e complessa. Non ci è sembrato di inventare una storia, ma piuttosto di riscoprirla, quasi di tirarla fuori dall’oscurità. Dare vita a personaggi, intrecci, dialoghi e a una ferita che ignoravamo di avere ma che sentivamo pulsare dentro di noi. È un testo che ci colpisce profondamente e ci fa comprendere perché amiamo fare questo lavoro”.
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