LGBT

Leonardo Di Loreto morto in circostanze misteriose, era un puppy player e un attivista LGBT+

Fabiano Minacci 27/08/2025

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Si chiama Leonardo Di Loreto il ragazzo che è stato trovato morto all’interno di una villetta tra le colline di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo.

Era un puppy player e faceva parte dell’associazione LGBTQIA+ Rumore APS, che ha così espresso il proprio cordoglio: “È con immenso dolore che abbiamo appreso la notizia della scomparsa del nostro segretario e caro amico Leonardo “Faiar” Di Loreto, una persona splendida, dotata di rara sensibilità e umanità. Il suo forte senso di comunità lo ha portato ad essere molto conosciuto in tutta Italia e in Germania, dove si recava spesso per seguire le sue passioni. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia e di tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato“.

“Faiar” era proprio il nome con cui Leonardo Di Loreto si faceva chiamare quando praticava il puppy player. E proprio dall’associazione italiana è arrivato il cordoglio. “Con profondo dolore diamo l’addio al nostro piccolo grande cucciolo, Faiar. La sua umanità e il suo sorriso resteranno sempre nei nostri cuori. Ci stringiamo alla sua famiglia e a chiunque lo abbia amato“.

Com’è morto Leonardo Di Loreto?

Il ragazzo è stato trovato senza vita con una maschera collegata a una bomboletta. Gli inquirenti stanno indagando per capire se si sia trattato di un gesto volontario, di un incidente o di altre circostanze (non è esclusa l’istigazione al suicidio). L’autopsia, disposta dalla pm della Procura di Teramo, Monia Di Marco, dovrà chiarire le cause del decesso, che ha profondamente colpito la famiglia, la provincia di Teramo e l’intera comunità LGBT+ e Puppy.

Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che il giovane abbia inalato una sostanza contenuta nella bomboletta (nel dettaglio: gas anestetico e refrigerante) collegando la maschera a una bomboletta, che in quantità elevate può provocare gravi effetti sull’organismo. Leonardo non era la prima volta che utilizzava quella maschera, ma si ipotizza che l’esposizione sia stata eccessiva.

Sono stati inoltre posti sotto sequestro il computer, i telefoni e a il tablet, per accertare se al momento della tragedia fosse in contatto con altre persone.

 

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