Leo Gullotta svela per quale film gli dissero: “Sei gay non puoi lavorare con noi”

03 Feb 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

leo gullotta

La pugnalata che più mi ha ferito? Quando mi sono sentito dire: ‘no guarda, tu non lavori con noi perché sei omosessuale’“. Esordisce così Leo Gullotta nell’intervista al Corriere della Sera. L’allusione è alla fiction su Pino Puglisi realizzata dalla Rai nel 2012.

“Quell’episodio mi fece molto male. Durò un pomeriggio, cominciai a protestare, ad alzare il ditino: era sbagliato, volevo che me lo dicesse in faccia chi lo aveva deciso. Ma la mia domanda veniva sempre elusa: la colpa era sempre di qualcun altro. I diritti sono arrivati, ma moltissimo si deve ancora fare, non solo per gli omosessuali. In quel momento Puglisi era in odore di beatificazione e un funzionario Rai ebbe paura che lo mandassero via perché un personaggio del genere non poteva essere interpretato secondo lui da un omosessuale. Alla Chiesa però non interessa assolutamente nulla di tutto questo, ho fatto tanti personaggi in abito talare e la Chiesa non mi ha mai detto nulla”.

Leo Gullotta, il coming out

Il coming out Leo Gullotta lo ha fatto nel 1995 durante la presentazione del film Uomini Uomini Uomini.

“Ero alla conferenza stampa di presentazione del film di Christian De Sica, una storia di quattro omosessuali borghesi. A un certo punto un giornalista mi chiese se ero omosessuale. Risposi: ‘Sì. Perché? Mi dica‘. Rimase zitto. Ma tutto questo fece molto scalpore. Oggi abbiamo fatto qualche passo avanti per fortuna”. Ma non è stato semplice. “Fino ai 30 anni ho vissuto una vita eterosessuale, poi ho capito che la cioccolata non mi piaceva più: desideravo la crema, e così ho fatto”.

Del suo coming out, Gullotta ne ha parlato anche nel 2020.

“Dopo la conferenza stampa di Uomini Uomini Uomini, il film di Christian De Sica che raccontava la vita di quattro borghesi omosessuali, mi chiesero se fossi gay e risposi: “Sì, perché?”. Ho sempre vissuto serenamente la mia vita e combattuto senza paura per i miei diritti. Al World Gay Pride del 2000 dissi: “Sono l’unico omosessuale nello spettacolo, in Italia”. Qualche passo in avanti per fortuna si è fatto ma il nostro è un paese ipocrita: ancora oggi c’è chi tace e soccombe per la paura di perdere il lavoro”.

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