Legge contro l’omofobia, il Partito Democratico spinge per farla approvare: nulla è perduto

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La legge contro l’omofobia, nonostante sia passata alla Camera, non è stata citata dal nuovo Presidente Mario Draghi e questo ha indignato parte del Partito Democratico, che in più occasioni ha cercato di spingerla al Senato per farla approvare.



E se Monica Cirinnà ha dichiarato che “basta un giorno” per approvare la legge al Senato, Alessandro Zan – relatore del DDL – durante una diretta su Facebook ripresa da Gay.it – ha aperto una speranza a riguardo sottolineando come “è dura, ma ci sono reali possibilità di approvazione”.

La partita è molto dura, era dura prima e rimane difficile anche adesso. Al Senato i numeri sono più stretti che alla Camera. La legge deve essere calendarizzata in commissione giustizia. Deve attraversare tutto l’iter in commissione e andare in aula per l’approvazione finale. Anche in aula bisognerà discutere e votare gli emendamenti. Le reali possibilità di approvazione ci sono. Alla Camera la legge è stata approvata da Pd, 5 Stelle, IV, LEU e una parte di mondo sparso, tra cui anche alcuni deputati di Forza Italia. Se replichiamo al senato, mettendo dentro Pd, 5 Stelle, IV, LEU e altri di Forza Italia che si sono dichiarati favorevoli non dovremmo avere problemi con i numeri. Ma in commissione giustizia al Senato c’è Pillon, noto per essere un grande nemico della comunità LGBT. Dico nemico perché ha detto cose inascoltabili, gravissime. Poi abbiamo altri esponenti di Fratelli d’Italia, senatori palesemente contro la legge in commissione giustizia, presieduta da un esponente della Lega. Ma dovremmo avere la maggioranza per approvarla. Siamo arrivati a un punto tale che non possiamo più tornare indietro. È una battaglia che riguarda tutto il Paese e non solo la comunità LGBT, in termini di civiltà, sensibilità, di attenzione a tutti i cittadini. La nostra Costituzione non ammette che dei cittadini abbiano disparità di trattamenti rispetto ad altri. Nei Paesi dove hanno approvato leggi contro l’omotransfobia, i reati sono molto diminuiti. Una legge di questo tipo ha effetti culturali, oltre ad essere un deterrente”.



E ancora:

“Fintanto che la legislatura andrà avanti, la nostra battaglia non si fermerà. Siamo in tanti, e il nostro obiettivo è portare a casa una legge di civiltà per questo Paese. Fino a quando sarò deputato ci sarà tutto l’impegno, tutta la forza, anche a costo di fare dichiarazioni molto forti, per approvare la legge contro l’omotransfobia. Siamo al sesto tentativo in parlamento, l’Italia è al 35esimo posto in Europa per diritti LGBT.Non possiamo rischiare che la cosa possa ripresentarsi tra 10 anni”.



A questo punto non resta che incrociare le dita e confidare nella calendarizzazione del DDL Zan da parte di Mario Draghi per la votazione in Senato. La speranza c’è e come sempre è l’ultima a morire.