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Katia Ricciarelli polemica dopo la lettura del testamento di Pippo Baudo: “La segretaria come i figli?”

Fabiano Minacci 11/09/2025

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Pippo Baudo la sua eredità l’ha quasi equamente divisa fra i figli Alessandro e Tiziana e l’assistente Dina che gli è rimasta accanto per quarant’anni gestendogli appuntamenti, impegni e telefonate. Un affronto per l’ex moglie Katia Ricciarelli che, da legge, non si è beccata neanche un centesimo. “Il divorzio scioglie il vincolo matrimoniale e i diritti successori ad esso connessi“, ha dichiarato a Il Messaggero a cui ha aggiunto: “Non ritengo giusto che la segretaria abbia la stessa eredità dei figli“.

In merito alla segretaria, che in più occasioni ha confessato di aver perso un padre e non un cliente, Katia Ricciarelli ha aggiunto: “A dispetto di quanto messo in giro da qualcuno, io non ho mai percepito neppure l’assegno di mantenimento dopo il divorzio. Per mia scelta. Pensi che al momento del matrimonio, nel 1986, io e Pippo scegliemmo pure di fare la separazione dei beni. Ho sempre preferito avere un’indipendenza economica: lavoro da una vita e non ho bisogno di nulla. Ma se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere”.

Katia Ricciarelli contro la segretaria di Pippo Baudo: “Non ritengo giusto!”

Katia Ricciarelli ha poi aggiunto: “Non ritengo giusto che la segretaria abbia accesso alla stessa frazione di eredità dei figli Tiziana e Alessandro. Lui come un padre per lei? A me non risulta. E allora i figli veri cosa dovrebbero dire? Comunque sono fatti loro. Io posso dire solo che immaginavo che sarebbe andata così. Non è stata una sorpresa. Sono stata la prima a raccontare come quella della segretaria fosse diventata una presenza importante nella vita di Pippo: tanti amici in comune si sfogavano con me perché non riuscivano più a mettersi in contatto con lui”.

Pippo Baudo e Katia Ricciarelli si sono visti l’ultima volta nel 2019, poi più niente: la cantante non è mai stata messa al corrente neanche che fosse malato o in fin di vita. La colpa, a suo dire, proprio della segretaria Dina. “Immaginavo e speravo di essere messa al corrente di un’eventuale malattia dell’uomo con il quale ho condiviso quasi vent’anni di vita. Invece niente. Non una telefonata, un messaggio: niente di niente. L’unica cosa che mi sono sentita di dirle quando l’ho incontrata alla camera ardente è che mi aspettavo una telefonata. Non mi ha risposto. Non riesco a credere che non mi sia stato permesso di salutarlo prima della sua scomparsa”.

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