L’Italia non firma la dichiarazione dell’Unione Europea sui diritti LGBT+

17 Mag 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

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L’Italia si è rifiutata di firmare – insieme ad altri otto Paesi come Ungheria, Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Croazia, la dichiarazione dell’Unione Europea in merito alla comunità LGBT+.

Il resto dei Paesi civili (18, fra cui Francia, Germania, Spagna…) ha ovviamente firmato, Paesi che, stando a quanto scritto sulla dichiarazione, “si impegnano in particolare ad attuare strategie nazionali per le persone LGBT+ e a sostenere la nomina di un nuovo Commissario per l’uguaglianza quando sarà formata la prossima Commissione. Chiedono inoltre alla Commissione di perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone LGBT+ durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile“.

La segretaria di Stato per l’Eguaglianza, Marie-Colline Leroy, ha sottolineato che “la Presidenza belga del Consiglio dell’UE ha deciso di porre la questione dei diritti delle persone LGBT+ al centro dell’agenda europea, riunendo a Bruxelles i ministri degli Stati membri dell’UE responsabili dell’uguaglianza, il Commissario europeo per l’uguaglianza e la società civile“. La Roccella non ci è andata e l’Italia ha votato contro perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto del DLL Zan“.

Italia sempre più in basso nella Rainbow Map

Non c’è da stupirsi se nella Rainbow Map stilata annualmente perdiamo sempre posizioni.

Gli omofobi italiani che hanno applaudito questa decisione e che si sono riversati sui social per vomitare il proprio odio verso la comunità LGBT+ dovrebbero farsi delle domande se gli altri Paesi che hanno rifiutato di firmare non sono Germania e Francia, ma Lituania e Lettonia. Insomma…

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