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Troppi gay in The Traitors Italia? Tanica risponde alla provocazione, poi cita Giofrè

Fabiano Minacci 11/11/2025

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Ieri è diventato virale il mio articolo intitolato “Tanica e Giofrè, tensione dopo The Traitors: le parole del ballerino”, in cui ho analizzato con cura il comportamento di Rocco e Giuseppe dopo The Traitors Italia, evidenziando come, molto probabilmente, i due stiano facendo di tutto per evitarsi. Oggi il comico ha risposto al mio articolo con la sua consueta ironia, pubblicando un video realizzato con l’intelligenza artificiale in cui abbraccia il ballerino e gli dice: “Mi hai tradito nel gioco, ma lo so che sono sempre nel tuo cuore”.

Troppi gay in The Traitors Italia? Tanica risponde alla provocazione

Bazzicando poi su X, Rocco Tanica si è imbattuto anche in un commento lasciato da un fan francese che si è lamentato della durata della versione italiana, del vocabolario colorito dei traditori e del fatto che poteva giocare al gioco “italiano, gay, o entrambi“, dato che molti concorrenti secondo lui rispecchiano lo stereotipo dell’italiano alla moda e quindi presumibilmente gay. Quella del francese voleva essere una (brutta) battuta, ma non sa che poteva giocare davvero a quel gioco, dato che ben quattro concorrenti su quattordici sono apertamente queer. Tiè.

La versione italiana de The Traitors è molto breve (6 episodi), ma perfetta per giocare a “Italiano? Gay? O entrambi?”, per sentire un “PT” e un “vaffa” ogni cinque minuti e vedere traditori che giocano in modo davvero sporco. Un’ulteriore constatazione: solo in Francia i concorrenti piangono così tanto lamentandosi che sia “troppo difficile essere traditore” o “troppo difficile essere fedele”. Negli altri Paesi si gioca seriamente, ma senza prendersi troppo sul serio“.

Questo post, come già scritto, è stato notato da Rocco Tanica e anche in questa occasione gli ha risposto per le rime utilizzando la sua ironia. “Buonasera Fabien, sono un traditore in questo programma e devo dirle che ho detto anche “C”, un mio tic linguistico ricorrente, un po’ come “P” in francese“.

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