Fiorello e Gabriele Corsi: l’ad di Discovery fa chiarezza su chi vedremo su Nove

19 Apr 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Alessandro Araimo Gabriele Corsi

Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros Discovery, oggi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dove ha parlato di Fiorello e di Gabriele Corsi, due nomi che negli ultimi giorni sono stati trend topic in merito alla campagna acquisti di Nove. Il primo su Nove (al momento) non ci andrà, mentre il secondo sul Nove (al momento) è stato riconfermato, nonostante l’ingresso di Amadeus che potrebbe scippargli il posto nel preserale.

Amadeus è infatti passato a Novecon due prime time e un access in onda tutto l’anno“, che fine farà quindi Gabriele Corsi che da cinque anni a questa parte, nel preserale, conduce con successo Deal With It e Don’t Forget The Lyrics?

Gabriele Corsi? È un volto fondamentale di Nove e per lui prevediamo un suo spazio quotidiano in una fascia oraria pregiata oltre che programmi in prime time“, le parole di Alessandro Araimo a Corriere. Fiorello invece “Mai incontrato. Ma chi non vorrebbe lavorare con lui? Però ci vorrebbe un progetto preciso che oggi non abbiamo. Non c’è un no a priori a nessun progetto, ma deve avere un senso sia editoriale sia economico. In generale però non ci fermiamo ad Amadeus“.

Insomma, se Fiorello al momento non passa a Nove, Gabriele Corsi può tirare un sospiro di sollievo e tenersi stretti i suoi Deal With It e Don’t Forget The Lyrics, format quest’ultimo lanciato in Italia proprio da Amadeus durante la sua esperienza in Mediaset col titolo Canta e Vinci.

Fiorello e Gabriele Corsi: l’ad di Discovery fa chiarezza anche su Amadeus

“Nonostante lui lavori su format di cui non è proprietario, a differenza di Fazio o Crozza, Amadeus ha sempre messo una sua fortissima impronta su questi programmi […] È un talento creativo perché ha un magic touch nel dare un’anima a format internazionali. Anche il Festival di Sanremo in fondo è stato il Festival di Amadeus, il suo tocco creativo lo vedi dappertutto”. […] Parliamo di quattro anni con due prime time e un access in onda tutto l’anno. Qualcuno potrebbe anche dire che non sono tanti. E poi non conta il numero, la bontà dell’investimento si giudica dal costo orario rispetto allo share e ai ricavi che genera”.

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