LGBT
Ex dipendente della Ferragni si sfoga: “Io trans e nera, usata e licenziata”, arriva la smentita
Anthony Festa 25/08/2025

Nella serie The Ferragnez è stata raccontata la difficile storia di Marayah Osumanu, alla quale Chiara Ferragni ha dato un’opportunità lavorativa, sotto l’occhio attento delle telecamere. Prima di diventare una dipendente di Chiara, Marayah ha avuto una vita davvero complicata, fatta di discriminazioni e soprusi di ogni tipo. Di origini ghanesi, la Osumanu è cresciuta in provincia di Varese, già da piccola ha subito bullismo a scuola, crescendo ha fatto coming out in famiglia come ragazza trans, ma i genitori le hanno detto chiaramente che avrebbero preferito fosse “drogata”, così l’hanno spedita in Ghana con la scusa di accudire la nonna malata, ma è proprio lì che la giovane è stata vittima di atroci violenze, con i parenti che l’hanno seviziata, arrivando a metterle “polveri piccanti nelle ferite aperte” e mandandola in un “collegio riparativo”.
A 18 anni Marayah è riuscita a tornare in Italia grazie all’Ambasciata e una volta giunta a Milano è stata accolta da Casa Arcobaleno, che l’ha ospitata e supportata, nonostante tutto la ragazza non è riuscita a trovare un lavoro, i colloqui andavano male, il suo aspetto non corrispondeva ai documenti e così tra un lavoretto di poche ore e l’altro come cameriera, è anche finita a lavorare per strada. Nel 2022 Chiara Ferragni e l’ex braccio destro Fabio Maria D’Amato hanno scelto Casa Arcobaleno per alcune riprese di The Ferragnez e proprio lì hanno incontrato Marayah, che ha raccontato loro della sua passione per la moda e questo è bastato per assumerla: “Ti offriamo questa opportunità perché crediamo in te“.
Stando al racconto di Marayah, il sogno sarebbe durato giusto il tempo delle riprese della serie di Prime, perché fin da subito la ragazza ha capito di essere finita nel live action (senza lieto fine) di Cenerentola, più che nel remake de Il Diavolo Veste Prada: “Era un inferno. Sono rimasta tutto quel tempo solo perché l’alternativa era tornare per strada. Pensavo di vivere una favola, invece questa esperienza ha contribuito a farmi sprofondare nella depressione. E a un ricovero per tentato suicidio“. L’ex dipendente di Chiara Ferragni si è aperta con Grazia Sambruna, che ancora una volta ha dato prova della sua grande professionalità, dando spazio a una storia interessante, quando difficile da raccontare.
Marayah Osumanu, la storia dell’ex dipendente di Chiara Ferragni.
In un’intervista rilasciata a Grazia Sambruna per Mow Magazine, Marayah ha raccontato cos’ha fatto all’interno dell’azienda della Ferragni: “Il mio ruolo? Receptionist. Non esattamente ciò che sognavo, ma mi rendevo benissimo conto di essere una principiante. Stavo iniziando e già iniziare lì era una fortuna sfacciata, ci mancherebbe. Prendevo 1300 euro da dipendente. Infatti dal punto di vista economico non potevo proprio lamentarmi, anzi! Fin da subito, però, mi sono scontrata con una realtà che non avrei mai immaginato… Ho avuto problemi a inserirmi in quell’ambiente, non mi sentivo ascoltata. Perché, in effetti, non lo ero“.
Tra i primi problemi dell’allora neo dipendente, ce n’era uno legato alla divisa: “Tutti dovevamo indossare una divisa rosa. E questo è normale, viene richiesto in molti posti di lavoro. Solo che me ne è stata data una che non era della mia taglia, un vestito corto, attillatissimo. Ero in forte imbarazzo a doverlo indossare. Ho richiesto di parlare direttamente con Chiara Ferragni, prendendo appuntamento. Per quanto la situazione mi sembrasse surreale. Mi ha accolto nel suo ufficio e, appena le ho esposto la questione ossia quella semplice richiesta di cambiare taglia perché la divisa non mi stava, ha cominciato a farmi un discorso molto rassicurante: non mi dovevo preoccupare, tutti in azienda in accettavano, il colore della mia pelle non era un problema per nessuno, garantiva lei: “Qui non c’è alcun tipo di discriminazione razziale”. Eh! Non c’entrava niente con quello che le stavo chiedendo, lo so! Probabilmente mi ha vista nera e ha fatto questo discorsetto rassicurante – che mi è pure sembrato preparato, a essere sincera. Senza ascoltare quale fosse il mio reale problema“.
“Ho pulito i bagni”.
Non solo receptionist, Marayah ha anche dichiarato di essere finita a pulire la mensa e i bagni: “Io ero receptionist, no? Ecco. Eppure, mi chiamavano per pulire i tavoli della mensa dopo che i colleghi avevano pranzato. Per carità, stavo iniziando, mi andava bene tutto, erano cose che da cameriera avevo già fatto. Però, dopo aver accettato questo, mi sono ritrovata a fare anche i bagni. Cioè proprio a grattare via la m*rda dai cessi. Non in una singola occasione, molto spesso. Era questa ‘la grande opportunità’ che Ferragni e D’Amato volevano darmi nel mondo della ‘moda’? So solo che mi sono ritrovata a grattar via la m**da dai cessi in un ambiente che fatico a non definire ostile. Mi arrivavano voci continuamente, mi si riferiva che si parlasse di me nei gruppi Whatsapp aziendali e non in modo positivo, mi prendevano in giro. Quando mi è stata data la possibilità di fare uno shooting con Diesel, come modella, ero felicissima. Ma da lì la situazione è peggiorata: dicevano che con la mia ‘immagine’ stavo danneggiando il brand o rischiavo comunque di danneggiarlo. Nessuno me l’ha mai detto direttamente, ma mi trovavo a lavorare con questo continuo ‘rumore di fondo’”.
L’ex dipendente di Chiara ha poi rivelato di non aver mai più sentito la signora Ferragni, mentre ha parlato in più occasioni con Fabio D’Amato: “Le ho scritto diverse volte. Non mi ha mai risposto. Fabio Maria D’Amato, invece, per quanto possibile si è interessato a me anche dopo il licenziamento, mi ha invitato a qualche evento, per un po’ siamo rimasti in contatto e infatti su di lui non ho nulla da dire di ‘negativo’. Da Chiara Ferragni sono rimasta invece molto delusa“.
Senza girarci troppo intorno Marayah ha ammesso di essere molto delusa e di essersi sentita usata: “Mi dispiace che mi abbia usata per farsi pubblicità. Ha preso in azienda la ragazza nera trans per far vedere a tutti quanto lei fosse sensibile alle tematiche queer e ai problemi della nostra comunità. Ma era tutta fuffa, non ho mai avvertito un sincero interesse, per mia esperienza posso dire che purtroppo non c’è stato. Non le auguro nulla di male, spero solo che un giorno si possa rendere conto che esistono anche gli altri, che le sue azioni hanno ripercussioni sulla vita della gente che coinvolge. Che le persone, insomma, sono persone. Non specchietti per le allodole da usare per dare l’impressione di essere brava e bella, per ricevere applausi e consensi“.
Marayah e il post licenziamento: il racconto dell’ex dipendente di Chiara Ferragni.
Il Pandoro Gate è stata una mannaia che ha ferito quasi mortalmente le attività di Chiara Ferragni e Marayah l’ha confermato. Stando al racconto della giovane, dopo l’inchiesta di Selvaggia Lucarelli e l’intervento dell’Agcom, l’azienda era diventata una sorta di deserto e in pochi mesi sarebbero state licenziate molte persone. Nel novembre del 2024 è toccato anche alla Osumano e ad altre cinque persone: “Se c’era Chiara durante il licenziamento? Ma figurati! Sai dov’era Chiara Ferragni mentre questi perdevano il lavoro insieme a me? Su un aereo per la Finlandia, insieme ai figli. Li ha portati in Lapponia a incontrare Babbo Natale postando tantissime foto sul suo Instagram. Foto riprese da ogni sito, erano tenerissime. Tutto questo, mentre l’azienda crollava“.
Dopo il lavoro per Chiara, le cose non sono andate meglio per Maryaha, che è tornata a lavorare per strada. Il problema non è stato il nuovo lavoro, ma la depressione: “Dopo il licenziamento, sono caduta in depressione. Avevo conosciuto Chiara Ferragni, lavorato per la sua azienda e mi ritrovavo ancora da capo? Dove avevo sbagliato? Com’era possibile? Non riuscivo ad accettarlo, continuavo a pensarci. Quando è finita anche la storia col mio fidanzato, sono sprofondata e ho fatto cose che non avrei dovuto fino a ritrovarmi in ospedale. Ho avuto un TSO, ho tentato di farmi del male. Tanto male. E quindi è arrivata l’ambulanza“.
Poche ore dopo la pubblicazione del suo articolo, la Sambruna ha ricevuto una smentita dalla Fenice srl: “Vi contattiamo in riferimento all’articolo “Trans e nera “usata e licenziata da Chiara Ferragni”, il dramma di Marayah: “Sono tornata a prostituirmi e ho tentato il suicidio”. In merito a quanto recentemente dichiarato dalla signora Marayah Osumanu, Fenice Srl smentisce categoricamente l’intera ricostruzione della vicenda e diffida chiunque dal riprenderla strumentalmente. Chiara Ferragni informa altresì di aver già, da tempo, dato mandato ai propri legali di procedere nei confronti della signora Marayah Osumanu per i reati di diffamazione e minacce e per i comportamenti illeciti palesemente posti in essere. Cordiali saluti, Image Building per conto di Chiara Ferragni“.