Emanuele Filibero: “Sono Filogay e vi spiego perché”

03 Ott 2023 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti

Emanuele Filiberto svela a Belve

Non solo i tradimenti, l’uso di droghe e il commento sull’outing che un editore ha fatto al nonno, ieri sera Emanuele Filiberto a Belve ha anche spiegato come mai si è dato il soprannome di ‘Filigay, Filogay’. Il 51enne commentando un’intervista rilasciata anni fa a Gay.it ha confermato che da giovane frequentava i locali LGBT, per la musica e per le belle donne che trovava in pista. Emanuele Filiberto ha poi detto di non aver mai avuto pregiudizi di nessun tipo.

“Ho detto che sono Fili gay, vero. Ho sempre avuto tanti amici di ogni tipo possibile. Io non ho mai guardato qualcuno in modo diverso perché gay o lesbica. Ed è vero che andavo nei locali gay. Non solo per la musica che mettevano, ma anche perché c’erano le più belle donne. Erano sicure di essere lasciate tranquille. Quindi io Filigay arrivavo lì. A me non importa nulla se sei etero o gay. Ben vengano tutti, sono felice per ogni persona. Se ho avuto esperienze con altri uomini? No”.

Emanuele Filiberto sulle serate nel locali LGBT e le unioni civili.

“Il mondo gay è un grande esempio. – ha dichiarato Filiberto in un’intervista rilasciata a gay.it nel 2016 – Ho tanti amici gay, anche nella moda. Quando disegno le nuove collezioni, sono molto influenzato da come vestono i gay, per esempio a Londra che è un po’ più dandy. Le mie t-shirt sono fatte coi migliori filati e curate nei minimi dettagli.

Se sono stato sedotto da uomini? Mi capita, ho abbastanza successo con gli uomini! Ho un approccio molto più libero, più aperto, ho frequentato molto gli ambienti gay. A Parigi andavo al Boy, era una discoteca favolosa perché c’erano le più belle donne di Parigi, sicure che nessuno le annoiasse. Anch’io trovo gli uomini belli, non ho questa barriera da macho anche se il mio orientamento è portato verso le donne, amo la donna. Sono filogay, anzi Filigay!

La legge sulle unioni civili? comunque un passo avanti ma sono questi mezzi passi per dare lo zuccherino e fare vedere che siamo moderni. L’amore che si dà a un bambino non dev’essere necessariamente di un papà e una mamma ma amore e basta. Il genere dei genitori non ha niente a che vedere nel fare crescere un bambino”.

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