Britney Spears: il risultato dell’udienza sulla sua tutela e il parere dei medici

Ieri c'è stata la nuova udienza per la conservatorship di Britney Spears.

20 Ago 2020 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo l’udienza del mese scorso saltata a causa della connessione internet assente a casa di Britney Spears (ci crediamo davvero?), i legali della principessa del pop e quelli del padre sono tornati in tribunale a darsi battaglia. La cantante di Womanizer vuole rimuovere Jamie dal ruolo di tutore principale della sua conservatorship, ma purtroppo durante l’udienza di ieri nulla è cambiato. La conservatorship resterà così com’è fino a febbraio 2021, ma gli avvocati di Britney hanno tempo fino al mese prossimo per preparare il caso affinché suo padre venga rimosso definitivamente dal ruolo di unico tutore.

Intanto TMZ continua a stare dalla parte di Jamie e mette in discussione la salute mentale della Spears: “Le nostre fonti dicono che il problema di Britney in questo caso è che non è in grado di prendere importanti decisioni a causa della sua malattia mentale. Fonti vicine a Britney dicono che non sta bene e non ha più un suo equilibrio da più di un anno. Le nostre fonti attendibili affermano che i medici che si sono presi cura di Britney negli ultimi dodici anni hanno detto che la tutela è necessaria per la sua sicurezza e forse anche per la sua sopravvivenza”.

Non voglio dire che Britney non abbia nessun tipo di problema, ma il fatto che TMZ continui da anni a tessere le lodi di Jamie e sottolineare quanto la Spears non sia capace di badare a se stessa mi fa pensare che questi articoli siano “di parte”.

In tutta questa storia però adesso è arrivata una buona notizia, perché l’American Civil Liberties Union (che è un’organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti) si è offerta di aiutare la star.

“Le persone con disabilità hanno il diritto di condurre una vita normale e mantenere i loro diritti civili. Se Britney Spears vuole riconquistare le sue libertà civili e uscire dalla sua tutela, noi siamo qui per aiutarla”.

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