Blanco confessa: i baci con Mahmood e l’altra sua curiosa abitudine

31 Mar 2022 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Blanco bacia spesso Mahmood sulla guancia

A poco più di un mese dall’Eurovision Song Contest, Blanco ha raccontato a Piedi X Terra (format di DAZN) con quale spirito affronterà il festival e qual è il suo obiettivo. Il cantante ha dichiarato che lui e Mahmood non andranno a Torino puntando solamente alla vittoria, il loro primo scopo infatti è quello di far conoscere Brividi e la loro musica anche all’estero. Il vincitore di Sanremo 2022 ha poi confessato di essere un po’ scaramantico e che per questo ha l’abitudine di baciare una croce, quando però è disponibile Mahmood il bacio arriva sulla guancia del collega (tra i due è successo anche al Festival di Sanremo).

“Non partiamo con l’idea di vincere, non andiamo con quell’obiettivo. È una grandissima occasione per far conoscere la nostra musica anche fuori dall’Italia e ci saranno super artisti ed è figo il fatto di potersi confrontare con loro. Se sono tipo scaramantico? Io bacio una croce che mi hanno regalato i miei genitori, è una cosa di famiglia che regalano sempre al diciottesimo. È passata da mio nonno a mio papà e da mio papà a me. Quando sono con Ale ci diamo un bacio sulla guancia e ci carichiamo a vicenda.

La mia convivenza con il personaggio ‘Blanco’? Blanco rappresenta il mio lato estremo. Ma, in fondo, sono la stessa cosa. Da un lato, c’è Riccardo, una persona anche debole sotto diversi punti di vista, dall’altro, Blanco, la versione un po’ pazza, estrema in tanti aspetti”.

Blanco che passa con facilità dal baciare i crocifissi alle guanciotte di Mahmood…

Blanco: “Com’è nata Brividi”.

“Eravamo in studio da Michelangelo (produttore di Blanco, ndr) e lui si è messo al piano e ha iniziato a suonare. Per assurdo, è partito da un accordo sbagliato. Da lì è nato tutto: ci siamo messi a cantare e abbiamo scritto il ritornello di Brividi, creandolo parola per parola insieme ad Ale. Poi lui ha scritto la sua strofa in Sardegna, io ho scritto la mia a casa, in cameretta. Dopo sei mesi abbiamo chiuso il pezzo. Come un parto, in pratica”.

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