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Armando Incarnato interviene sul caso Corona e Signorini: dura presa di posizione

Anthony Festa 17/12/2025

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La puntata di Falsissimo con le accuse che Fabrizio Corona ha rivolto ad Alfonso Signorini ha fatto molto discutere online e infatti nelle ultime 24 ore sui social sono intervenuti diversi volti più o meno noti, alcuni legati anche alle passate edizioni del Grande Fratello. Nessuno però si aspettava lo sfogo di Armando Incarnato contro l’ex re dei paparazzi.

Il cavaliere del Trono Over di Uomini e Donne ieri ha pubblicato una storia Instagram in cui ha attaccato apertamente Corona. Il 48enne napoletano ha bollato come “eresie” e “film” le cose che Corona ha detto (probabilmente su Signorini) e poi ha fatto delle allusioni sul passato di Fabrizio: “Corona talmente concentrato a scrivere film ed eresie sugli altri che molto probabilmente si è dimenticato di alcune verità non dette sul suo conto. Occhio che qualcuno potrebbe riaprire e riscrivere la Bibbia“.

Armando Incarnato per la sua storia Instagram ha usato la canzone di Geolier 081 e ha anche scritto il titolo del brano in grassetto, per questa ragione in molti su X si sono chiesti se il testo di questa canzone sia legato in qualche modo alla dura presa di posizione contro Fabrizio.

Armando Incarnato, il vecchio post contro Corona.

Non è la prima volta che Armando Incarnato punge Fabrizio, infatti nell’estate del 2023 è stato etichettato da un utente di TikTok come “Corona dei poveri” e non l’ha presa affatto bene. Il protagonista di Uomini e Donne in quell’occasione ha sottolineato che lui non è uno disposto a tutto pur di arrivare in alto: “Allora volevo rispondere al signorino in alto che arriva come un topo da tastiera, altro che leone da tastiera, e commenta dicendo “sto buffone, Fabrizio Corona dei poveri. Vorrei spiegarti delle cose, ma giusto così per farti avere un quadro più chiaro di quella che è la mia persona. Secondo me tu hai le idee un po’ confuse. Ma innanzitutto a chi mi hai paragonato? Io non sono uno che nella vita pur di arrivare a… è disposto a tutto altrimenti ora sarei stato Steve. Ero in alto ma forse con la coscienza sporca. E quindi questa è una cosa che non mi piace“.

Geolier, la traduzione di 081.

Me li compro.
Poi li metto sugli spalti a prendere acqua e vento, come ha fatto il presidente,
con Victor Osimhen.
Sono tutti piccoli Geolier.
Per questo fai silenzio, shhh.
Ho riempito tre stadi nel tempo in cui tu riempi un bicchiere d’acqua.
La gente non mi chiama Geolier, mi chiama Emanuele.
Per questo levatevi di mezzo.

Ovviamente sono pieno di pallottole: quando rappo mi esce sangue dalla bocca.
La cosa bella non è che da casa mia si vede Capri, ma che da Capri si vede casa mia,
e mi è costata un sacco, si sa.
Sono finito in prima pagina sul giornale.
Mi hanno criticato perché viaggio col jet privato.
E per quanto guadagno, aumenta
l’inquinamento mondiale, ah.

Sono andato a Sanremo vincendo nonostante abbia perso per 29 e 30.
Ho un sacco di amici che stanno aspettando la sentenza: gli anni sono 29 e 30.
Per guardarmi attorno ho gli occhi di Marotta: questa barca è troppo grande.
Hai anche la scialuppa.
Io non sono mai cambiato, nemmeno dopo il malloppo.
Per questo quando entro, gli altri si fermano.

Over: sono vero, come le file dei colloqui fuori dal carcere.
Vero, come le donne che fanno sia il padre che la madre.
Vero, come i segni che ti lasciano le manette.
Vero, vero.

E guarda tu: perdi tempo se ti metti contro, quindi guarda tu.
Se ti conviene andarmi contro, noi siamo in mille.
Siete come le vongole nello stesso piatto che si sputano addosso, quindi shhh.
Guarda tu.
State nel menù.
Non comprare lo scarto senza colore.
Nel mio rione c’è la mia faccia appesa.
Per far vedere le collane che indosso, ho la schiena curva (yeh).

24/7 – 365 giorni faccio prendere l’ansiolitico a quelli che scrivono.
Se vinco, è il minimo.
Se perdo, allora vuol dire
che non ero io a competere.

Sto sbuffando solo erba.
Per me fa l’effetto del sonnifero.
Ma fanno testa a testa.
Allora sono all’unisono.
Ma io sono l’algoritmo.
Mi trovi in edicola.
In prima pagina come un divo.
Però torno al rione
e sono rimasto sempre zingaro.

Se ti piangi addosso, allora scivolo.
Io sono un punto, tu una virgola.
Ho troppe palle, e per portarle in giro ho bisogno di un bilico.
A te non ti credono, credono a me.

Vero, sono vero come le file dei colloqui fuori dal carcere.
Vero, come le donne che fanno sia il padre che la madre.
Vero, come i segni che ti lasciano le manette.
Vero, gli occhi e i bossoli ti beccano e ti spengono in un attimo.

Fratello, non ascoltare questi scemi: fanno solo chiacchiere.
Fratello, perché chi è vero non è buono: in un secondo muore.

Vero, sono vero come i segni che ti lasciano le manette.
Vero, gli occhi e i bossoli ti prendono e ti spengono in un attimo.

Vero, vero, vero, vero, over.

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