LGBT
Alexander Skarsgard parla di “esperienze con uomini e donne” e delle scene più forti di Pillion
Anthony Festa 03/10/2025

Manca sempre meno all’uscita di Pillion, il nuovo film di Harry Lighton, che ruota attorno alla relazione tra il timido ragazzo gay, Colin (Harry Melling), e Ray (Alexander Skarsgard), il misterioso leader di un gruppo di motociclisti queer. La pellicola esplora il mondo della sottomissione e della dominazione, dell’umiliazione e del sadomasochismo.
Ospite dello Zurich Film Festival, Alexander Skarsgard ha parlato del film, di come abbia rappresentato un certo tipo di situazioni con estrema autenticità, ma senza morbosità (nessuna ricerca dell’effetto scioccante) e durante una chiacchierata con i giornalisti, l’attore svedese ha anche rivelato di aver avuto esperienze sia con uomini, che con donne: “Ho scoperto che in questo caso non è poi così rilevante il mio background. Voglio dire, ho un figlio, ma cosa ho fatto in passato, con chi sono stato, uomini, donne… Per me, l’importante era che questa fosse l’opportunità di raccontare una storia su una sottocultura che non avevo mai visto rappresentata in questo modo, con così tanta autenticità. La mia esperienza di visione di questo tipo di film è avvenuta con Cruising, pellicola con Al Pacino che mostra il lato oscuro di New York City, pericoloso, omicida e spaventoso“.
Il 49enne ha poi aggiunto che pur non essendo un dominatore esperto, anche lui ha avuto qualche esperienza in quell’ambiente: “Non sono Ray, ma ho un po’ di esperienza in quel mondo e so che non è la rappresentazione veritiera“.
Qualche esperienza?
Alexander Skarsgard sulle scene più grafiche di Pillion.
Per molti attori le scene spinte possono essere un problema, ma non per Alexander Skarsgard, o almeno non lo sono state nel film diretto da Harry Lighton. L’attore ha spiegato che lui e il suo co-protagonista hanno instaurato una bella chimica anche a livello fisico e che non ci sono state situazioni spiacevoli, infatti erano entrambi a proprio agio.
“Robbie Taylor Hunt è stato il coordinatore dell’intimità del film. Ma non è che ci fosse troppo bisogno di metterci a nostro agio, perché eravamo fin troppo a nostro agio l’uno con l’altro. Ma c’è una narrazione drammatica in queste scene, il che non è sempre vero. Spesso trovo certe scene sullo schermo piuttosto noiose. Di solito, tutta la tensione si concentra prima di quel momento, e poi, una volta che la coppia è a letto subentra la noia… Mentre nel film, in quelle scene accadono molte cose a livello emotivo. Volevamo che fosse goffo e strano. Sullo schermo spesso sembra un balletto, tutto così coordinato e perfetto, ma la fisicità può essere imbarazzante e divertente. Abbiamo abbracciato la goffaggine di certe situazioni. Tutti questi personaggi erano completamente sviluppati e le scene fisiche non erano fini a se stesse. Abbiamo girato molte più scene esplicite di quelle che avete visto. Il regista ha fatto un ottimo lavoro nel calibrarle. Non si evita di farlo perché ‘Oh, non possiamo mostrare uomini insieme’, ma non si mostra nemmeno uno zoom su parti del corpo solo perché si può, per l’effetto shock. Penso che a mia madre piacerà questo film, che parla di motociclisti gay e di una relazione sadomaso. Rappresentato con la giusta dose di rispetto, ma non troppo”.
Comunque non so voi, ma quando ho letto Pillion, ho pensato subito a…